Cronaca

Giubileo della Misericordia, un racconto fotografico della giornata

Un miracolo il Giubileo lo ha già fatto. Proprio oggi, nel giorno in cui Papa Francesco ha aperto la porta Santa. Ma per scoprire di cosa si tratta vi tocca però seguirmi in questo personale mini diario fotografico della mattinata.

Ore 6.00
“Non basta avere la pettorina gialla per essere volontari utili”.
Ingresso  laterale di piazza San Pietro, secondo controllo ai metal detector dopo il primo fatto da finanzieri. Cinque file disposte davanti al colonnato in attesa dell’apertura ufficiale dei varchi prevista alle 7.30 ma anticipata alle 7.
Ho la fortuna di essere nella coda di un gruppo di americani dalla fragorosa risata. Meglio loro che comitiva di italiani: si sa che per noi le code sono sempre inevitabilmente orizzontali.
Ad un certo punto iniziano ad arrivare alcune persone sedute sulla carrozzina spinta da familiari.
I volontari del Giubileo hanno la pettorina gialla e sono persone di tutte le età.
I malati attendono, 45 minuti prima che qualcuno si ricordi di loro e li faccia accedere agli ingressi. I malati non si lamentano attendono in silenzio qualcuno ancora sonnecchia per la levataccia.
Una signora spontaneamente  cede il passo alla breve fila di solo 10 carrozzine: nessun americano protesta ma sulla fascia destra due gentili dame italiane tutte in ghingheri fanno le gnorri cercando di accedere al varco.
I volontari dalla pettorina gialla chissà dove guardano. Magari sarebbe meglio si dessero una sveglia non solo per fare entrare con priorità le persone che hanno più bisogno ma magari per dire alle gentili dame di “darse na’ calmata e de spettà er turno tuo”…
Ore 7.20
“L’altare e i prelati”
Le prime luci del giorno illuminano il luogo  dove Papa Francesco celebrerà. Dalla scalinata scendono ordinati e lesti prelati che si preparano alla lettura. Figure che ricordano “il girotondo dei preti” di Mario Giacomelli: solo che le loro vesti sono color ciclamino come i fiori che adorano i gradini di marmo
Ore 8.30
“Le due facce del potere”
Iniziano ad arrivare i porporati, le eminenze della Chiesa che prendono posto sul lato sinistro della scalinata, alle spalle della monumentale statua di San Pietro con le chiavi in mano. Le vesti bianche stanno dirimpetto alla macchia degli abiti neri delle eminenze del potere temporale: presidenti, ministri, capi di Stato, ambasciatori e tanti cerimonieri che siedono invece alle spalle di San Paolo.
Ore 9.30
Papa Francesco inizia la celebrazione.
L’omelia non sarà lunga ed estenuante perché all’uomo  venuto dalla fine del mondo servono poche parole per dire le cose che contano.
Conta forse anche in quali lingue sono lette le prime tre delle cinque preghiere dei fedeli: “la preghiera per la santa Chiesa” è in cinese, la seconda “per i legislatori e i governanti” è invece in lingua araba mentre quella “per i peccatori e i violenti” è letta in francese.
Termina la funzione, la porta Santa è stata aperta è iniziato il Giubileo straordinario di cui verranno scritte cronache e commenti e le cui immagini stanno già facendo il giro del mondo.
Dopo poco papa Francesco recita l’Angelus e come sempre saluta con il suo “buon pranzo”, “buon appetito” e quella richiesta rivolta a tutti, indistintamente: ” E per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.
Il passaggio dei pellegrini dalla porta Santa e poi quel miracolo che si materializza lungo via di Cavalleggeri: compare un bus 64 nuovo di zecca. Un mezzo pultio con il numero non scritto a mano su un foglio appiccicato su vetri lerci o porte mezze scassate. Il 64 è il bus più conosciuto, più frequentato di Roma: i due capolinea sono la stazione Termini e San Pietro e a bordo del quale salgono tutti i visitatori del mondo che intendono approdare alla Basilica. Ecco il bus che per le sue condizioni da schifo è stato oggetto di diversi articolo della stampa estera, tra gli altri Usa Today e Chicago Tribune, oltre che essere sulla lista nera del Foreign  Office britannico per la sua massiccia e costante presenza di borseggiatori oggi sembra un mezzo pubblico normale di una capitale normale.  È il Giubileo, bellezza oppure passata la festa, gabbato lo Santo?