F1 & MotoGp

Sebastian Vettel sta con Valentino Rossi: “In Malesia ha fatto la cosa giusta”

Sui due piloti spagnoli precisa: "Conosco Jorge e un po' anche Marc e sono bravissimi ragazzi". Paolo Simoncelli, padre del "Sic", invece non si schiera ma spiega: "Dovremmo chiederci che effetto abbia avuto l'episodio su un adolescente che comincia a gareggiare in moto"

Rossi in Malesia ha fatto assolutamente la cosa giusta”.  A quattro giorni dalla battaglia ad alta velocità tra il Dottore e Marc Marquez anche Sebastian Vettel, pilota della Ferrari, si schiera a favore del pesarese anche se precisa: “Conosco Jorge e un po’ anche Marc e sono bravissimi ragazzi“. Il pilota tedesco, da Città del Messico dove si trova per l’ultimo impegno della stagione di Formula 1, sulla lotta per il titolo ha poi aggiunto: “Rossi ha ancora la possibilità di vincere il Mondiale, è un combattente per natura”.

Sulla gara di Sepang è intervenuto anche Paolo Simoncelli, padre di Marco, il Sic, che quattro anni fa proprio sul circuito malese perse la vita in gara. Intervistato dal Il Giorno non lancia accuse a nessuno dei piloti: “A me i moralisti un tanto al chilo non sono mai piaciuti. Semmai, per fare un ragionamento utile, dovremmo chiederci che effetto abbia avuto su un ragazzino che comincia a gareggiare in moto l’episodio di domenica tra Rossi e Marquez. La battaglia tra Vale e Marc è stata uno spettacolo supremo, per più di un giro, tra sorpassi e controsorpassi. L’epilogo brutto è un’altra cosa. È un’altra storia. Sa, l’istinto”. Ma per il titolo mondiale tifa Rossi, grande amico del figlio: “Io, spero che Vale ce la faccia comunque. Può rimontare. Almeno al quinto posto risale tranquillamente. E dopo chissà”.

Per Vito Ippolito, presidente della Federazione Internazionale di Motociclismo (Fim), a uscire danneggiata è stata invece l’immagine di tutto il movimento delle ruote. “Ci stiamo allontanando dalla tradizione di orgoglio e sportività che fa parte del patrimonio del motociclismo. I piloti, in primis, devono essere consapevoli di questo e insieme alle squadre, ai costruttori e agli sponsor dovrebbero non solo rispettare le regole ma devono accettare le decisioni dei funzionari, qualunque esse siano. In caso contrario, stanno contribuendo all’anarchia e minando lo sviluppo futuro del nostro sport”.