Cultura

Autoritratto: Holter, il mio cuore messo a nudo

Baudelaire era un sommo poeta. Io sono un “insomma-poeta”. Essere un insomma-poeta non è male, ti fai gli affari tuoi, scrivi in verso libero ( una volta provai la forma sonetto, fu divertente, sbagliai a contare le sillabe ), non sei costretto a rilasciare interviste intelligenti, essendo un insomma-poeta puoi concederti il lusso della stupidità. Essere stupidi è delizioso, soprattutto quando non puoi fare a meno dello stupore. Ma c’è una cosa che lega un sommo poeta a un insomma-poeta: mettere a nudo il proprio cuore. Si lavano i panni sporchi in piazza, è più divertente, e c’è più gusto a sputtanarsi. Per avere carattere si deve correre qualche rischio, anche il rischio di sputtanarsi. Denudarsi, togliere strato dopo strato fino ad arrivare a un grumo di verità pulsante.

Il sommo poeta e l’insomma-poeta non sono al mondo per collezionare belle figure. La verità di solito frequenta le brutte figure, c’è un disvelamento di verità, e una verità deve essere imbarazzante, altrimenti non è una verità. Per esempio: per me la vita è fonte di continuo imbarazzo, arrossisco a ogni respiro. O quasi. Il sommo poeta e l’insomma-poeta tendono a esagerare. Esagerare nell’accumulo o nella privazione. La veglia è ipnotica. La veglia è diabolica. La veglia ci disunisce. Il sommo poeta e l’insomma-poeta sognano per svegliarsi nell’unicità dell’essere. In fondo si assomigliano queste due figure, solo che il sommo poeta finisce nelle enciclopedie, l’insomma-poeta è già tanto se ha un blog che si perde nel mare di Internet. Ma il suo cuore batte, e l’insomma-poeta è sempre fedele a chi batte. Ho conosciuto puttane così perdenti che non riuscivano a battere nemmeno i marciapiedi. Ecco, questa è una battuta, una insomma-battuta, la battuta di un insomma-poeta: Ricky Farina.

Pensiero del giorno:

Posso morire in una vampata d’azzurro e risorgere nel cuore intermittente di una fotocopiatrice, senza subire contraddizioni ma vivendole fino allo spasimo. Posso spingere sarti sull’orlo del precipizio e chiedere una caduta su misura, e posso ridere di ogni lacrima versata insieme al latte. L’anima ha l’effetto notte incorporato sin dal primo giorno di luce. E io so di una donna che si è buttata dal settimo piano per farla finita con il singhiozzo cronico, diagnosi sublime, ridicola e tragica. Alla fermata del tram ho visto un uomo con la bocca spalancata in una paralisi del grido. La vita è uno scherzo limpido fatto alla pienezza della materia, per ferire di stupore anche la compattezza del sasso. E chi lancia la prima pietra è un impostore che ama con tutto se stesso l’aerodinamica del linciaggio, ma solo di ombre che hanno peccato, di ombre che hanno amato fino alla fine.