Capitoli

  1. Mose, il commissario: “Danni a opera dovuti a tangenti”. Dopo arresti spese annue ridotte di 30 milioni
  2. DOPO LA CURA CANTONE, COSTI ABBATTUTI DA 50 A 15 MILIONI
  3. DOPO VENT'ANNI E 9 MILIARDI LE DIGHE NON SONO FINITE
  4. E LE AZIENDE FANNO MURO: "HANNO BUONI AVVOCATI"
  5. DOPO LE TANGENTI, I DUBBI. CASSON: "MAI VALUTATA FATTIBILITA'"
Cronaca

DOPO LE TANGENTI, I DUBBI. CASSON: "MAI VALUTATA FATTIBILITA'" - 5/5

Giuseppe Fiengo è uno dei tre amministratori scelti in accordo con Cantone dopo gli arresti: "In tutti gli incidenti che stanno capitando al Mose ci accorgiamo che chi doveva fare il lavoro non l'ha fatto", dice a ilfattoquotidiano.it. Dalla rottura di un cassone all'avaria di una nave di supporto sui cui ora indaga la Procura di Venezia. Intanto, dopo la cura, i costi di gestione del consorzio tracollano. "Stiamo continuando i controlli sugli appalti". E restano i dubbi sulla diga: le bocche di navigazione non sarebbero adatte all'accesso dei portacontainer. Corsa per rispettare la scadenza del 2018

C’è poi chi pensa che si debba riflettere se completarla o meno: “Il problema è che l’input che hanno ricevuto i commissari è quello di portarla a termine – ragiona il senatore Felice Casson, candidato sindaco della città alle scorse amministrative – mentre non è mai stata fatta un’analisi tecnico-scientifica indipendente che valutasse la fattibilità dell’opera. Anzi, quando questa analisi è stata fatta dalla Commissione di Valutazione d’impatto ambientale ha dato esito negativo. Ora di fronte agli incidenti che stanno emergendo – prosegue Casson – sarebbe bene fare una seria valutazione se davvero l’opera dev’essere completata anche alla luce dei costi per la gestione e la manutenzione”.

“Il Mose era e rimane un’opera complessa e mai collaudata in nessuna delle sue parti e tanto meno mai sperimentata in funzione – racconta Andreina Zitelli che di qualla commissione Via è stata membro – i malfunzionamenti e le deficienze costruttive saranno poi resi più evidenti dalla cattiva esecuzione delle singole parti che a quanto sta emergendo dall’inchiesta e dagli incidenti sono state oggetto anche di frode esecutiva a scopo di lucro”.

E poi, ammesso che l’opera funzioni, a chi andrà la gestione e la manutenzione dopo il 2018? “Tipico caso italiano: sono stati previsti i soldi per l’opera e non per la gestione”, conclude Fiengo. “Gestione che dovrà comprendere anche la laguna. Si tratta di un unico sistema complesso che non si può suddividere. Per adesso ci hanno chiesto di formulare delle ipotesi”. FINE