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Fisco, arriva la proroga per chi vuol riportare in Italia capitali nascosti: due mesi in più

Il consiglio dei ministri ha spostato dal 30 settembre al 30 novembre il termine ultimo per aderire alla voluntary disclosure. Con i proventi verrà evitato l'aumento delle accise sulla benzina che avrebbe dovuto scattare mercoledì

Il governo, a caccia di risorse per evitare l’aumento delle accise su benzina e gasolio, concede più tempo a chi vuol aderire alla procedura per il rientro dei capitali dall’estero. Il consiglio dei ministri ha infatti prorogato dal 30 settembre al 30 novembre i termini per aderire alla cosiddetta voluntary disclosure. E la documentazione necessaria potrà essere presentata fino al 30 dicembre. La proroga risponde, si legge nel comunicato, “all’esigenza di riconoscere più tempo per completare gli adempimenti previsti, tenuto conto delle problematiche di recepimento della necessaria documentazione, anche in ragione del fatto che l’acquisizione richiede il coinvolgimento di soggetti esteri”. E arriva dopo che l’esecutivo Renzi, sempre con l’obiettivo di far decollare l’operazione, ha ridotto le somme da pagare e allargato l’impunità, tagliando il tempo a disposizione delle Entrate per sanzionare chi ha commesso reati tributari.
Il gettito ricavato dal rientro dei capitali verrà usato in parte – 728 milioni – per evitare “l’aumento dell’accisa sui carburanti che sarebbe dovuta scattare dal 30 settembre 2015 come clausola di salvaguardia per la mancata autorizzazione da parte della Commissione europea al meccanismo del reverse charge per l’Iva nel settore della grande distribuzione“. Quanto alla cifra totale che il governo conta di incassare, non ci sono indicazioni. Ma secondo l’Ordine dei commercialisti, compiaciuto per la proroga, si tratta di oltre 3 miliardi di euro. Considerando che “al 15 settembre erano state presentate circa 20mila domande e si stimava un gettito di 671 milioni, se ne venissero presentate oltre 100mila saremmo oltre i 3 miliardi”, ha fatto i conti il presidente dell’ordine Gerardo Longobardi.