Sport

Europei basket 2015, vittoria faticosa dell’Italia contro l’Islanda. Ora c’è la Spagna

Gli azzurri la spuntano con un po’ di esperienza e un po’ di fortuna, giocando malissimo contro la squadra materasso del girone dopo la sconfitta all’esordio contro la Turchia

Brutta da non credere, l’Italia fatica 40 minuti contro la microscopica Islanda per vincere la sua prima partita agli Europei di basket 2015 e a continuare a credere nella qualificazione dopo la sanguinosa sconfitta all’esordio contro la Turchia. Con un Gallinari da soli quattro punti e Datome infortunato, con Belinelli insufficiente e Bargnani non pervenuto, gli azzurri si aggrappano a Gentile (top scorer a quota 21) e all’esperienza per venire a capo di un match da incubo. A tre dalla fine Pianigiani vede anche la sconfitta e lo spettro dell’eliminazione. Poi la partita gira, più per caso che per merito. E il tabellino dice 71-64. Ma quanta paura, oggi e per il prosieguo della manifestazione. La prossima avversaria si chiama Spagna, e sarà ancora decisiva.

Non che l’Islanda fosse solo una cenerentola: anche oggi (ma già contro la Germania), dimostra di avere la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere e caratteristiche fisiche e tecniche uniche. Cambiano continuamente in difesa. Sono piccoli e tutt’altro che vichinghi, al punto che play e centro si passano pochi centimetri e gli italiani sembrano giganti. Tirano (e soprattutto segnano) quasi solo da fuori, con percentuali addirittura migliori dall’arco che nel pitutturato. Un rebus che l’Italia non riuscirà a risolvere.

Pianigiani riparte ancora con Cinciarini e Cusin, al fianco di Belinelli, Gallinari e Gentile. Il figlio di Nando dimostra di voler aggredire il match subito in penetrazione, e ne firmerà 14 solo nel primo tempo. Ma dopo un avvio timido l’Islanda pesca quattro triple improbabili di fila che indirizzano la gara in direzione dell’equilibrio. È anche il segno di un momento un po’ storto: come contro la Turchia, agli avversari entra tutto e subito. Dodici punti in un amen di Belinelli e Datome fanno vedere il potenziale di talento azzurro: il capitano in post (basso o alto che sia) è un accoppiamento impossibile per la difesa islandese, ma esce presto per infortunio. E Gallinari, monumentale con la Turchia (33 punti, al di là del libero finale sbagliato) è appiedato dai falli. Il resto lo fa l’incredibile 6/10 dall’arco dei rivali. La differenza abissale fra i due roster si traduce in un punticino di vantaggio, e così sarà fino alla fine.

Il match procede a sprazzi. Con la panchina (Hackett, Aradori, Bargnani, anche Polonara non a referto ieri) gli azzurri si abbassano al livello degli avversari e non riescono a scrollarseli di dosso. Sette punti in cinque minuti sono una miseria, se sale la difesa scende l’attacco. A tre dall’intervallo Pianigiani è costretto addirittura a chiamare il primo time-out della gara per fermare la nuova pioggia di triple di Palsson & co. E le cattive notizie non sono finite: Datome si siede per non rialzarsi più per il riacutizzasi del vecchio problema all’adduttore, da capire quali saranno i tempi di recupero. Solo nel finale di tempo Gentile (7 punti, una stoppata e un assist) suona la carica: la sirena manda all’intervallo gli azzurri avanti di quattro, in una partita a basso tasso di punteggio e spettacolo.

Ad inizio ripresa l’Italia si spinge fino a +8, sembra la fuga buona ma ci puniscono i falli. Quello ingenuo di Cusin, il terzo di Gallinari che proprio non riesce a mettersi in partita. Al 25’ con la tripla di Baeringsson l’Islanda è di nuovo sotto. Non c’è verso di chiudere la gara. Infatti tra alti e bassi si arriva all’ultimo quarto con l’Italia col solito vantaggio di quattro lunghezze. Anche questo illusorio: pari 52-52 al 32’, tutto da rifare in otto minuti. L’Italia ha più volte, in attacco e in difesa, l’occasione per prendere il largo, ma la manca sempre. Cominciano a vedersi tiri forzati, isolamenti, idee confuse. Gli azzurri scivolano addirittura a meno tre.

Risorgono quando potrebbero affondare con dieci punti in fila di Belinelli, Aradori e ancora Gentile, l’unico sopra la sufficienza. L’Italia la vince così, con un po’ di esperienza e un po’ di fortuna, giocando malissimo contro la squadra materasso del girone. Sarà anche la nazionale più forte di sempre. Ma per il momento fatica a superare anche la debuttante Islanda.

Twitter: @lVendemiale