Economia

Dl enti locali, dal governo 1 miliardo di contributi. Alla Sicilia 200 milioni di euro

Gli emendamenti di Palazzo Chigi destinano 33,5 milioni al Lazio per il Giubileo straordinario, 120 alla Valle d'Aosta per coprire le spese legate al contratto di servizio con Trenitalia e 60 a Milano per "straordinarie esigenze finanziarie". Le Regioni in compenso si vedono tagliare di 2,3 miliardi i fondi per la sanità. Mentre l'Aifa ottiene il via libera per 240 assunzioni, più della metà dell'organico attuale

Duecento milioni alla Regione Sicilia per compensarla dei tagli disposti l’anno scorso con il decreto Irpef. Centoventi alla Valle d’Aosta per coprire le spese legate al contratto di servizio con Trenitalia. Trentatrè milioni al Lazio per il Giubileo straordinario. Sessanta a Milano e 20 a Torino per “sopperire a specifiche e straordinarie esigenze finanziarie“. Facendo le somme, ammontano a oltre 1 miliardo le risorse che lo Stato si appresta a girare agli enti locali. A stabilirlo sono gli emendamenti del governo al decreto legge Enti locali, approvato dal Consiglio dei ministri l’11 giugno e ora in Parlamento per i pareri delle commissioni competenti. Il saldo però resta negativo, visto che lo stesso dl che concede questi contributi riduce di 2,35 miliardi di euro i fondi destinati alla sanità: si tratta della sforbiciata prevista alla legge di Stabilità 2015 e dettagliata nel patto Stato-Regioni firmato il 2 luglio.

Palazzo dei Normanni si vede restituire i soldi tagliati dal decreto Irpef – La fetta più grossa, 530 milioni, sarà ripartita tra i Comuni per compensarli del gettito perso nel passaggio dall’Imu alla Tasi (l’imposta sulla prima casa che il premier Matteo Renzi ha promesso di eliminare l’anno prossimo). Altri 200 li incasserà la Regione guidata da Rosario Crocetta, sui cui conti gravano secondo la Corte dei Conti debiti per 7,9 miliardi. Il contributo è motivato con il fatto che occorre “tenere conto del minor gettito derivante dalle modifiche della disciplina della riscossione dell’Irpef”. In pratica, Palazzo dei Normanni riceve indietro le risorse che le erano state tagliate dal decreto Irpef dell’aprile 2014, che ha stretto i paletti del Patto di stabilità interno e aumentato la quota di compartecipazione all’equilibrio finanziario dello Stato. Ora, a fronte della situazione pesantissima dei conti regionali, il dietrofront. I soldi verranno presi dalle risorse destinate al pagamento dei debiti arretrati di Regioni e Province. Il decreto provvede poi anche a prorogare ancora, fino a fine anno, il termine entro cui la disastrata Riscossione Sicilia cesserà di gestire accertamento, liquidazione e riscossione delle tasse dovute ai Comuni e alle loro partecipate.

Il Lazio attende ancora il grosso delle somme per il Giubileo. E i pellegrini pagheranno 50 euro per l’assistenza ospedaliera – Il Lazio, in vista del Giubileo che prenderà il via l’8 dicembre, deve invece per ora accontentarsi di 33,5 milioni per interventi legati all’assistenza sanitaria ai pellegrini e all'”adeguamento della rete ospedaliera e dell’emergenza”. Slitta ancora, dunque, il via libera ai 500 milioni necessari stando alle previsioni per la gestione dell’evento. Le bozze di decreto che circolavano all’inizio di giugno prevedevano di fatto, a fronte di quei soldi, il commissariamento dell’evento: il coordinamento sarebbe stato affidato al prefetto di Roma Franco Gabrielli. Ipotesi sgradita al sindaco Ignazio Marino, che sarebbe esautorato della regia. Nei giorni caldissimi della seconda puntata di Mafia Capitale, quell’articolo alla fine è stato cancellato e ancora si attende di sapere come e quando arriveranno le risorse. Nel frattempo, appunto, solo spiccioli. La proposta di modifica prevede che il contributo sia versato dopo che il ministero della Salute avrà approvato il documento programmatico degli interventi preparato dalla Regione. Un altro emendamento stabilisce poi che i pellegrini che entreranno in Italia per il Giubileo possano versare un contributo di 50 euro per ottenere l’assistenza ospedaliera in urgenza gratuita presso gli ospedali pubblici.

Trenta milioni alle Province per gli alunni disabili – “Spiccioli” – rispettivamente 60 e 20 milioni – per Milano e Torino, entrambe alle prese con bilanci in rosso. Trenta milioni saranno poi ripartiti tra Province e Città metropolitane “per le esigenze relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali”. Infine salirà da 70 a 90 milioni il contributo del ministero del Lavoro agli oneri di funzionamento dei servizi per l’impiego nelle Regioni e il ministero della Salute verserà 3,1 milioni di euro nel 2015 e 2,3 milioni dal 2016 per le emergenze sanitarie connesse all’Expo, ai flussi migratori e, ancora una volta, al Giubileo.

Infornata di assunzioni all’Aifa e norma transitoria “salva Entrate” – Dulcis in fundo, ci sono norme ad hoc per l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Per la prima, in difficoltà a causa della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimi 800 dirigenti, il governo prevede la possibilità di attribuire deleghe ‘a tempo’ ai funzionari in attesa del concorso che sarà bandito nei prossimi mesi. L’Aifa, che per stipendi, indennità e compensi accessori spende già oltre 20 milioni l’anno, incassa invece il via libera a un incremento dell’organico di ben 241 unità dalle attuali 389. Nel triennio 2016-2018 potrà bandire concorsi per assumere a tempo indeterminato con una riserva di posti non superiore al 50% per il personale che presta già servizio da almeno sei mesi nell’Agenzia.