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Grexit: denunciamo la Troika per bancarotta!

Fosse stato tenuto da un creditore e un debitore normalmente soggetti alla legge, il comportamento di Eurogruppo, Fmi e Grecia sarebbe un chiaro caso di bancarotta fraudolenta e preferenziale: al fine di preferire alcuni creditori (Eurogruppo e Fmi) ad altri (dipendenti pubblici, fornitori della Pa, pensionati) lo Stato greco, in concorso con i preferiti, nasconde l’insolvenza mediante artifici contabili e pagamenti irregolari.

Il buonsenso, il raziocinio (e in tutti i Paesi che hanno una normativa fallimentare, anche la legge, appunto) avrebbero invece imposto che il debitore dichiarasse apertamente l’insolvenza, che tutti i creditori venissero trattati secondo par condicio e che si mettessero in atto i tanti strumenti normalmente previsti in questi casi: congelamento e falcidie (o azzeramento) del debito ‘vecchio’, erogazione di nuovi prestiti privilegiati nel rimborso, ristrutturazione dei costi. Ma, evidentemente, Eurogruppo ed Fmi difettano di buonsenso e raziocinio, mentre non possiamo colpevolizzare oltremodo la Grecia, che, pur essendo artefice della propria crisi (intendo di quella del 2010-11, che ha colpevoli con nomi noti: Pasok e Nea Dimokratia), è evidentemente soltanto vittima di questo modo bizzarro di organizzarne il ‘salvataggio’.

Già immagino le molte obiezioni: è colpa dei greci corrotti! Se vuoi stare nell’Unione monetaria devi rispettare le regole! I contribuenti dei Paesi del Nord non possono mantenere i contribuenti dei Paesi del sud! Il solito populista… e così argomentando: beh, cari lettori, non vi affannate. Non sto dicendo che i greci meritino sempiterno danaro a ufo: in questo discorso (che ho già affrontato) non ci voglio proprio entrare. Oggi voglio raccontarvi di quando i difensori del rigorismo, i feroci alfieri delle regole Ue, quelli delle riforme strutturali, quelli dei conti, raccontavano balle, nascondevano i propri errori e, soprattutto incompetenza e corresponsabilità nel disastro (che, peraltro, si tenta in questi giorni di reiterare ad libitum).

Andiamo ai numeri.

A maggio 2010 viene varato il primo ‘Economic Adjustment Programme for Greec: 80 miliardi di euro (poi ridotti a 77,3 per il rifiuto slovacco a partecipare) erogati medianti prestiti bilaterali dai singoli Paesi dell’Eurogruppo: all’epoca il debito greco ha già superato i 300 miliardi e andrà presto incontro alle manovre di haircut che lo abbatteranno di quasi il 50%.

Ciononostante, le cause quantitative della crisi, ovvero il deficit e la contrazione continua del reddito nazionale, rimangono e mantengono costantemente alto il rapporto debito/pil (mai sceso al di sotto del 160%).

Nel 2012 parte il secondo ‘programma di aggiustamento’ la cui dimensione è questa volta addirittura faraonica: € 164,5 miliardi. Una vagonata di bigliettoni che vengono erogati nell’arco di due anni e mezzo e che come sappiamo non risolveranno un bel nulla.

A leggere i documenti prodotti dalla burocrazia europea però, sembra che tutto fili liscio verso un futuro dorato. Vi linko un’autentica perla targata Troika e datata inizio 2014: le 18 slides riassuntive della ‘4th Review of the 2nd programme’. Leggiamo in questo folgorante documento gaie affermazioni di fiducia nel futuro (cercate di immaginare la faccia del burocrate europeo che le scriveva mentre leggete): “Economic stability and fiscal sustainability are being restored!”; “Financial sector stabilised and consolidated!” ;“Strong focus on growth-enhancing structural reforms to improve competitiveness and create jobs!”; After six years of recession, Greece should return to growth in 2014!”.

Anvedi che bravi, diremmo a sud del Reno! E ci possiamo fidare anche noi mediterranei stavolta! Ad Atene c’è la Troika che controlla i conti, mica il Pasok solo soletto a taroccare le statistiche!

La slide 6 ci rivela addirittura che la Grecia nel 2014 ha raggiunto l’avanzo primario, e lo fa tramite questo favoloso grafico che vi prego di stampare e portare sempre con voi (da tirar fuori ogni volta che qualcuno vi parlerà del proverbiale rigore tedesco).

Ma insomma, se andava tutto bene come si spiega lo psicodramma degli ultimi sei mesi? E soprattutto se andava tutto così bene com’è che la Grecia ha continuamente bisogno di soldi? Una risposta la troviamo cercando il significato di quella frasetta in piccolo proprio sotto il grafico: “Primary balance (programme definition)”. Ravanando nel documento ecco che arriva la “program definition” (che vi traduco): “La definizione esclude il costo di ricapitalizzazione del sistema bancario greco pari al 10,8% del Pil e altre più specifiche voci”.

E chiaro il trucco? Siamo in avanzo primario dello 0,8% del Pil “escludendo dal calcolo” voci per il 10,8%! E quest’affermazione non la trovate in un documento greco, ma in un report della Troika! La scusa ufficiale alla base del capolavoro contabile è che la ricapitalizzazione del sistema bancario greco è un costo “one-off”, sostenuto cioè una sola volta; peccato però che la contabilità di tutta l’area Euro si sia sempre fatta per cassa, includendo e non escludendo le partite straordinarie (vi dicono qualcosa le parole ‘Eurotassa’ o ‘proventi da privatizzazioni’? Beh sono partite straordinarie, per intenderci).

Ecco ora riguardate il grafico di prima e provate a immaginare che effetto farebbe se la curva nel 2014 finisse a -10%: guarda un po’ tornerebbe proprio al punto di partenza (il 2009, cioè)! Tutt’altra cosa eh?

Insomma, fino al 2014 Schauble, Katainen, Stubb, Tusk e tutti i guardiani del tesoro nibelungo non solo non si accorgevano di quello che stava succedendo, ma addirittura esaminavano report redatti in violazione di quelle ‘regole’ che Tsipras il ladrone (solo lui) deve rispettare. Ecco, ora ognuno di noi è libero di pensarla come preferisce (a me piacerebbe un’Europa unita, con un bilancio, una spesa e tasse federali finalizzate alla redistribuzione, altri preferiranno il rigore, altri ancora la distruzione dell’Unione), però prima sarebbe bello farsi questa domanda: se proprio il popolo greco deve perdere la sovranità per averne abusato, è giusto che essa venga poi affidata a organismi che rispettano le regole quando gli pare?