Scienza

Plutone, New Horizons manda le prime foto alla Terra: “Ci sono montagne di ghiaccio fino a 3500 metri”

La sonda ha mandato i primi segnali e le prime immagini: all'altezza dell'equatore ci sono rilievi, probabilmente "criovulcani" (che eruttano ghiaccio, azoto, metano e monossido di carbonio). Il segno, secondo gli esperti, che il pianeta nano è ancora "giovane"

Montagne di ghiaccio e un pianeta giovane, ancora geologicamente attivo: sono queste alcune delle “scoperte” fatte su Plutone, grazie alle prime foto ravvicinate arrivate dalla sonda New Horizons, scattate durante il volo radente che il 14 luglio l’ha vista sfrecciare sul pianeta nano a 14 chilometri al secondo.

Immagini, mostrate dalla Nasa in una conferenza stampa, che non hanno deluso le aspettative di quanti hanno lavorato a questa missione iniziata 10 anni fa, e resa possibile grazie a New Horizons, il veicolo spaziale più veloce finora costruito. Dunque la prima novità è che vicino l’equatore di Plutone ci sono presenti delle montagne di ghiaccio, alte fino a 3500 metri, presenti nel bordo inferiore del “cuore” di Plutone. Sono l’indizio che sul pianeta nano vi è un’attività vulcanica, come ha spiegato all’Ansa Fabrizio Capaccioni, dell’Istituto di astrofisica e planetologia dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

A differenza dei vulcani presenti sulla Terra che eruttano lava, quelli ipotizzati su Plutone sono “criovulcani” che eruttano ghiaccio, azoto, metano e monossido di carbonio, ringiovanendo la superficie del pianeta nano. “Quest’attività vulcanica – ha spiegato l’esperto – deve essere alimentata da una sorgente di calore interna, come elementi radioattivi presenti nel mantello che decadendo generano calore e una pressione che sfoga in un vulcano”. La densità di Plutone, di due grammi per centimetro cubo (quella del ghiaccio è di un grammo per centimetro cubo), mostra che il pianetino è formato da un nucleo roccioso circondato da un mantello di ghiaccio d’acqua misto ad azoto, metano e di monossido di carbonio, e da una crosta ghiacciata. Questi elementi presenti all’interno di Plutone vengono emessi in superficie dall’attività vulcanica. Se nell’area a forma di cuore di Plutone non sono stati visti crateri da impatto, sulla sua luna più grande, Caronte, invece la sonda potrebbe averne trovato uno e anche molto grande. Le immagini mostrano una grande zona nera che, secondo Capaccioni, potrebbe essere un cratere da impatto.

Oltre a Plutone, New Horizons ha inviato immagini anche di due dei suoi satelliti, Idra e Caronte. La piccola luna Idra, che misura 43 chilometri per 33, sembra composta prevalentemente da ghiaccio d’acqua. Caronte, il satellite più grande e vicino a Plutone, ha invece una superficie giovane, segnata da crateri e da un canyon profondo fino a 9 chilometri. Dopo il passaggio, salutato il 14 luglio con un fragoroso applauso dal centro di controllo della missione e da un’esplosione di messaggi sui social network, New Horizons è entrata in una fase silenziosa che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, fino alle 3 del mattino del 15 luglio. E’ stato allora, infatti, che New Horizons ha “telefonato a casa” inviando un bip carico di significato: era il segnale che il passaggio ravvicinato era avvenuto con successo e che la sonda godeva di ottima salute.