Società

Ospedale di Cuggiono, Legnano è pronto a sacrificarlo?

Ho scritto nel mese di maggio un post sui formiconi e le formichine che hanno costruito il faraonico ospedale di Legnano.
Subito dopo ho spiegato come in quell’ospedale sono stati utilizzati molti soldi pubblici inutilmente.
Mi sarei aspettato una condivisione o una risposta dai vertici ospedalieri o regionali. Invece no. Come al solito nessuna risposta.

Allora oggi mi preme raccontarvi dell’ospedale di Cuggiono, primo ospedale costruito ad ovest di Milano all’inizio del 1800, che ha sempre avuto una gestione autonoma e solo recentemente è entrato a far parte dell’ospedale civile di Legnano, insieme a quello di Magenta ed Abbiategrasso. L’ospedale di Cuggiono ha sempre servito al meglio i cittadini ma ultimamente si è assistito ad una netta diminuzione degli interventi più complessi fino alla loro sostanziale scomparsa. Ciò ha portato alla decisione di chiudere il reparto chirurgico al sabato e alla domenica. I cittadini si vedono ora costretti a rivolgersi altrove per patologie leggermente più complesse. Per esempio pur avendo un reparto di traumatologia un paziente con frattura di femore viene inviato in altro ospedale.

L’assessore alla Sanità Mantovani ha sempre dichiarato di non voler chiudere l’ospedale di Cuggiono, anzi ha sempre affermato di volerlo valorizzare. In effetti negli ultimi anni è stato fatto un grosso investimento che ha portato alla realizzazione di nuove sale operatorie, dei poliambulatori, dell’endoscopia digestiva, della day surgery.

Quindi qual è l’effettiva scelta della direzione dell’ospedale di Legnano che gestisce l’ospedale di Cuggiono? Siamo sicuri che il direttore generale sia preparato e protegga gli interessi dei cittadini? Come si può inviare in altro ospedale un paziente se esiste un reparto specifico per quella patologia (nel caso di Cuggiono)? Come si può progettare (ed eseguire?) un reparto di radioterapia non essendoci un reparto oncologico (nel caso di Legnano)?

I cittadini di Cuggiono hanno chiesto chiarimenti con quasi 3000 firme presentate da un “forum sanità” che si è formato spontaneamente. Ma la direzione ha ritenuto di adire le vie legali come risposta di difesa estrema.

Faccio mio il comunicato subito diffuso dal forum per chiedere (ma in Italia non si possono più porre nemmeno domande? Ma questi signori chi li ha posti a comando di enti pubblici cioè dei cittadini?) una risposta a breve ed a lungo termine sulla gestione di ospedali utili e sulla costruzione di ospedali faraonici carenti di logica ospedaliera. Come può il potere politico continuare a rapportarsi in questo modo con cittadini di cui dovrebbero essere “dipendenti”?