Expo 2015

Expo 2015, luci e ombre dopo l’esordio

EXPO 2015 - Forum Internazionale dell' AgricolturaÈ passato quasi un mese e mezzo dall’apertura ed Expo, a quanto dicono gli organizzatori, non se la passa poi così male. I dati ufficiali rivelano che a maggio sono stati 2,7 milioni i visitatori che hanno varcato i cancelli dell’Esposizione, ovvero il 13,5 per cento delle 20 milioni di presenze totali attese entro fine ottobre. Se il picco di arrivi previsto per l’estate ci sarà davvero, allora gli organizzatori potranno dormire sonni tranquilli. Nel frattempo, però, di problemi da risolvere ce ne sono ancora in quel di Rho-Fiera.

Le file
Oltre che quelle fuori dal centro accrediti – causate in più di un’occasione dal tilt del “sistema” – c’è la questione delle file davanti ai padiglioni più affollati tra cui quello tedesco, kazako e quello giapponese. I tempi d’attesa più lunghi (a voler vedere il bicchiere mezzo pieno è una cosa positiva) sono quelli per entrare a Palazzo Italia: per varcarne l’ingresso bisogna aspettare da un’ora fino a un’ora e mezza. Se poi ci sono le scolaresche, allora l’attesa può diventare anche più lunga. Al momento, sono in fase di studio un insieme di misure per risolvere il problema non solo all’esterno dei padiglioni – si pensa alla possibilità di prenotare le visite e alla riduzione dei tempi dei tour – ma anche ai tornelli, dove è già scattata l’emergenza caldo. Su tutta l’area espositiva, negli ultimi 10 giorni c’è stata una media di 50 interventi di soccorso al giorno.

Parcheggi
Il maxi parcheggio Expo ad Arese sta dando non pochi grattacapi ai gestori. La società di trasporti Arriva, che cura la people mobility dell’Esposizione, aveva messo in conto che a maggio sarebbero arrivate 2.500 automobili al giorno, mentre solo ai primi di giugno si è toccata quota mille vetture. La situazione è quindi migliorata rispetto ai numeri iniziali da brivido, ma le macchine sono ancora poche, soprattutto se si considera che il parcheggio di Arese è una distesa in grado di ospitare 11mila auto.

Il fatto è che i collegamenti messi a punto tra il centro di Milano e il sito di Rho-Fiera funzionano a dovere. C’è stata quindi, almeno per il primo mese, una buona fetta di visitatori che ha scelto treno e metro piuttosto che la macchina, risparmiando sia sul costo (benzina più i 12 euro del ticket giornaliero per il parcheggio), che sul tempo (le navette che collegano Arese con Expo impiegano mezzora per arrivarci). Il tutto per la felicità di Legambiente, che ha esultato ricordando come solo il 12% dei 2,7 milioni di visitatori di maggio sia arrivato a Rho-Fiera in auto.

Dall’altra parte della barricata ci sono gli organizzatori e i gestori, che sperano che il numero di macchine aumenti, e di molto. Anche perché la gara per la mobilità aggiudicata da Arriva prevede che la divisione del gruppo Deutsche Bahn rientri dei costi grazie ai proventi dei parcheggi. Se non si raggiungono almeno gli 11 milioni di ricavi, Expo dovrà contribuire al mancato “rientro” versando fino a 3 milioni.

Zona est
C’è anche un’altra gatta da pelare per gli organizzatori, e si chiama Ingresso Est. A maggio, l’ingresso privilegiato è stato quello Ovest, perché collegato con metro e treni. Qualche giorno fa l’imprenditore Lucio Cavazzoni, patron di Alcenero, ha dichiarato che per la sua azienda il primo mese di Expo è stato un disastro e che se i visitatori non aumenteranno c’è la possibilità di chiudere baracca e burattini.

Il problema è la posizione: il ristorante bio e la pizzeria Alcenero si trovano vicino l’ingresso Est, che dista 2,5 kilometri da quello Ovest. Secondo Cavazzoni, a maggio dall’ingresso Est è entrato appena l’1, 2% del totale dei visitatori, pochissimo rispetto al 40% “promesso” da Expo. Se i numeri miglioreranno dipenderà anche da quante macchine arriveranno a giugno e luglio nel parcheggio di Arese, da dove partono le navette che conducono proprio all’ingresso Est, che ospita non solo Alcenero ma l’intero Parco della Biodiversità.

Un flop di visitatori nel luogo in cui si esaltano le eccellenze italiane ambientali, agricole e agroalimentari è qualcosa che Expo non può permettersi.