Diritti

Legge 40: ora la Consulta ha paura

Ma cosa sta succedendo in Corte costituzionale sulla legge 40? A distanza di un mese dall’udienza sulla legittimità dell’esclusione delle persone fertili portatrici di malattie geneticamente trasmissibili dalla fecondazione assistita, ancora nessuna decisione, e tutti si trincerano dietro silenzi imbarazzati.

Azzardiamo un’ipotesi: la Consulta ha paura. Le polemiche dopo la sentenza sulle pensioni rischiano di condizionare negativamente su una questione di natura totalmente diversa. Nel caso della legge 40, siamo di fronte a una palese discriminazione riconosciuta come tale anche dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, e priva di conseguenze economiche. Come ricordato dal Presidente emerito Giuseppe Tesauro in occasione dell’incontro da noi promosso alla vigilia dell’udienza della Corte, sottolineando l’incongruenza tra legittimità dell’aborto e illegittimità dell’accesso all’analisi genetica pre-impianto: “Non c’è né spending review, né pareggio di bilancio da rispettare – disse Tesauro – ma un diritto che più nobile non c’è”.

Azzardiamo anche una seconda ipotesi: il contesto è condizionato dalle barricate ideologiche clericali – mai del tutto smantellate – e da una politica ufficiale che non ama essere scossa da fatti nuovi sul fronte delle libertà civili, con un Parlamento che per oltre dieci anni ha deciso di non decidere, senza mai nemmeno discutere i divieti della legge 40, smantellata invece da 34 pronunciamenti di tribunali, di cui due della Consulta stessa. Tra i giudici c’è Marta Cartabia, apertamente schierata contro il referendum di abrogazione della legge 40 di dieci anni fa. Certo, è stato approvato il divorzio breve, ma con quanto fatica e quanto dovremmo farci bastare questa decisione per tornare a parlare di libertà civili in Parlamento?

Azzardiamo una terza ipotesi, quella più utopistica: vogliono lasciare al governo, che si è  guardato bene dal costituirsi per difendere quel divieto, già condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la possibilità di cancellare il divieto con un atto immediato!

Ci auguriamo che i giudici della Consulta sappiano resistere a ogni condizionamento ed affermare diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Ma, dopo un mese di attesa, non siamo tranquilli. Non sono tranquille le migliaia di coppie che hanno aspettato già tanto per tentare una gravidanza e ora sono lì a sperare che dei 12 giudici capiscano che loro pretendono solo di veder rispettato un diritto.