Scuola

Scuola, Renzi scrive riforma alla lavagna: “Si discuta, ma no ai boicattaggi”

Dopo giorni di polemiche e confronti, il premier illustra i punti principali del disegno di legge, utilizzando gessetti colorati su una lavagna, in un video di 18 minuti, pubblicato sull'account ufficiale YouTube di Palazzo Chigi

“Sì al dialogo, no ai boicottaggi”. Parola di Matteo Renzi, che in un video di 18 minuti pubblicato sull’account ufficiale YouTube di Palazzo Chigi, ha spiegato i punti principali della riforma della scuola. Con tanto di gessetti colorati sulla lavagna, dopo giorni di polemiche, discussioni e scioperi con sindacati, presidi, insegnanti e studenti. “Sono proprio contento del fatto che finalmente la scuola è al centro della discussione. Non apprezzo i toni, le polemiche e i boicottaggi di chi non vuole far partecipare i ragazzi agli Invalsi ma bene che la scuola sia al centro”. “La cosa più urgente è l’alternanza scuola-lavoro – ha detto Renzi – e l’urgenza è perché in questi anni c’è stato un crollo totale degli occupati e un aumento della disoccupazione giovanile impressionante, un dato tra i peggiori in Ue. L’alternanza funziona in Germania, in Svizzera e in Austria ma anche in Alto Adige. L’obiettivo è ridurre il 44 per cento della disoccupazione giovanile“. 

A chi ha detto al premier di voler trasformare i presidi in “sceriffi”, replica è stata netta: “È chiaro che il preside avrà delle responsabilità in più ma non sarà mai lo sceriffo, bensì il responsabile di una comunità, insieme a consiglio d’istituto, collegio dei docenti, famiglie”. Renzi, poi, ha commentato i dati Istat del primo trimestre del 2015 sul Pil. “Oggi i parlano di un +0,3 ma non serve a niente tornare a crescere se non torniamo a crescere nelle scuole. L’Italia non sarà mai un superpotenza diplomatica, geografica, demografica ma potrà tornare ad essere una superpotenza culturale”. Ed è proprio sulla “cultura umanistica” che si è soffermato il premier durante il video. “Nella riforma – ha spiegato Renzi – chiediamo di studiare di più storia, arte, musica e lingue”.

“Diamo più soldi agli insegnanti, non meno – ha aggiunto il premier – e non solo perché da lì dipende l’autorevolezza sociale ma perché è un fatto di giustizia“. Oltre ai “premi” per gli insegnanti, Renzi ha parlato anche di assunzioni. “Non possiamo avere un’azione educativa spezzettata tra supplenti, controsupplenti, supplentite varia e dintorni… Ecco perché il governo sceglie di assumere solo quest’anno più di centomila persone che avevano acquisito il diritto ad essere assunte e con le quali lo Stato non aveva mantenuto la parola“. Uno degli obiettivi della riforma è anche restituire autorevolezza sociale ai docenti. “Oggi gli insegnanti hanno perso parte dell’autorevolezza sociale che avevano negli altri anni. Oggi questo è venuto meno e in parte è colpa di noi genitori che spesso diamo la colpa agli insegnanti e non ai nostri figli, come invece facevano i nostri genitori”.

Il premier ha poi confermato gli investimenti nell’edilizia scolastica. “Svendere la scuola ai privati? Ma che privati. Non cambia niente per il consiglio d’istituto che è il soggetto che decide il progetto dell’offerta formativa, discute e dà la linea. Oggi pomeriggio firmerò la circolare ai ministri dell’Economia, delle Infrastrutture e della Scuola che porta oltre 4 miliardi di euro di nuovi investimenti per l’edilizia scolastica. La scuola non è mia, non è del governo, non è dei sindacati, non è degli addetti ai lavori. La scuola è il luogo nel quale riparte la crescita del paese – ha sottolineato – ecco perché ci vuole l’autonomia“.