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Accordo nucleare, Iran: “Non firmiamo se le sanzioni non verranno revocate subito”

Lo ha detto il presidente Hassan Rohani alla cerimonia per la Giornata della tecnologia nucleare: "Obama ha riconosciuto che non ci arrenderemo a sopraffazioni, sanzioni e minacce. E questo è un trionfo del nostro popolo". Teheran ha definito "deplorevole" la decisione dell’Unione Europea di applicare nuovamente le restrizioni contro una banca iraniana, Bank Tejarat, e 32 società di navigazione, annullate dal Tribunale della Ue

Teheran non firmerà l’accordo sul suo programma nucleare a meno che “tutte le sanzioni economiche non siano revocate immediatamente“. Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani parlando alla cerimonia per la Giornata della tecnologia nucleare dell’accordo di principio con il gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gb e Germania) maturato la scorsa settimana a Losanna, in Svizzera. “Il presidente Usa, Barack Obama, ha riconosciuto che il popolo iraniano non si arrenderà a sopraffazioni, sanzioni e minacce” e questo fatto è una “conquista” ottenuta dalla Repubblica islamica in sede di negoziati sul nucleare con le potenze mondiali, ha detto ancora Rohani. “Il fatto che la prima potenza militare al mondo ammetta questo fatto è un trionfo del nostro paese”, ha rimarcato Rohani, stando a quanto riporta il sito dell’emittente Press Tv. “Vogliamo un accordo che sia una vittoria per entrambe le parti coinvolte nei colloqui sul nucleare – ha affermato Rohani – il nostro obiettivo nei colloqui è di preservare i nostri diritti al nucleare. Vogliamo un risultato che sia a beneficio di tutti”.

Quello delle sanzioni era stato uno dei principali ostacoli al raggiungimento dell’intesa. In sede di trattativa Teheran chiedeva che le restrizioni fossero subito annullate, il gruppo 5+1 punta ad un annullamento progressivo delle stesse, man mano che la controparte dimostrerà di rispettare gli obblighi assunti. In sostanza l’intesa raggiunta il 3 aprile lascia la porta aperta a entrambe le soluzioni perché la firma definitiva del trattato è attesa solo per il 30 giugno. La necessità di un’intesa deriva dal fatto che l’Iran sostiene che il suo programma nucleare abbia scopi puramente pacifici, mentre le potenze occidentali temono che sia mirato a sviluppare una bomba atomica, come ripetutamente denunciato dal premier israeliano Benyamyn Netanyahu.

Mercoledì l’Unione Europea ha reintrodotto sanzioni contro la banca iraniana Tejarat e 32 compagnie di navigazione, revocate a gennaio scorso con una decisione della Corte di giustizia dell’Ue. Il tribunale aveva ordinato di annullare le sanzioni contro la banca e contro 40 società, affermando che le misure non rispettassero le normative del blocco a 28. Ora Bruxelles ha reintrodotto le sanzioni usando un’altra motivazione legale. Otto delle compagnie di navigazione non sono state inserite nuovamente nell’elenco.

La portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Marzieh Afkham, citata dall’agenzia ufficiale Irna, ha definito “deplorevole” la decisione di Bruxelles, parlando di “insistenza inusuale e di una posizione irrealistica”. La portavoce ha quindi sottolineato che la decisione di rinnovare le sanzioni “non aiuterà l’andamento dei colloqui sul nucleare” e “danneggerà la fiducia tra le parti”.