Calcio

Lotito favorito da Tavecchio? Interviene Malagò: “Se così fosse è inaccettabile”

La questione è quella della deroga per violare la clausola compromissoria: il dg della Juve ha dovuto aspettare due mesi (richiesta approvata dalla commissione ad hoc, ma poi bocciata da Tavecchio), il presidente della Lazio ha avuto una risposta in 24 ore (positiva: ha deciso direttamente il numero uno della Figc)

“Inaccettabile”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, definisce quella che sembra essere l’ennesima mossa maldestra del presidente della Figc Carlo Tavecchio. “Stiamo verificando se è vero che ci sono stati due pesi e due misure. Questo non è accettabile”, ha detto il numero uno del comitato olimpico riguardo alla deroga che la Federcalcio ha concesso a Claudio Lotito per violare la clausola compromissoria e querelare il dg dell’Ischia Pino Iodice. Ma andiamo con ordine, perché tutto inizia venerdì pomeriggio: Lotito annuncia di aver denunciato Iodice alla giustizia ordinaria per diffamazione, in seguito alle dichiarazioni fatte dal dirigente dell’Ischia sui giornali tra l’8 e il 16 febbraio relativamente alle presunte minacce ricevute dal presidente della Lazio.

Alla fine del consiglio federale, in programma proprio in quelle ore, viene chiesto a Tavecchio se ha dato l’ok alla deroga, poiché i tesserati possono ricorrere alla giustizia ordinaria per rivelarsi su un altro tesserato solo se autorizzati. “Non c’era bisogno di un’autorizzazione quando una persona è denunciata si può difendere senza deroga”, risponde il presidente della Figc. Ma Iodice specifica subito dopo di non aver portato Lotito in tribunale: la Procura di Napoli – che sta verificando se si configurano reati nell’ormai famosa telefonata registrata dal dg dell’Ischia – lo ha ascoltato in qualità di persona informata sui fatti. La deroga serviva, dunque. Infatti poco dopo si è scoperto che Lotito aveva presentato richiesta. E l’ok c’era stato, in appena 24 ore e per decisione di Tavecchio, senza passare per una ratifica del consiglio federale ma solo dal parere (consultivo) della commissione in cui sono rappresentate tutte le componenti.

Una caso simile – ma con decisione presidenziale opposta – a quello che a settembre aveva visto protagonisti lo stesso Lotito e Giuseppe Marotta. Il consigliere federale e presidente della Lazio aveva insultato l’amministratore delegato della Juventus sul suo strabismo. Il dirigente bianconero aveva quindi presentato domanda per ottenere la deroga e poter querelare Lotito ma, nonostante il parere favorevole della commissione, la risposta di Tavecchio glielo aveva impedito: “Tenuto conto che la questione è stata definita in ambito sportivo, si comunica che non si ravvisano i presupposti per la concessione dell’autorizzazione”. Lotito per quella frase (“Il problema di Marotta è che con un occhio gioca a biliardo e con l’altro segna i punti”) ha patteggiato, pagando una multa di 10mila euro, nello stesso giorno in cui la Juventus veniva informata dalla Figc riguardo il no alla deroga. Un’attesa durata ben due mesi, durante il quale la giustizia sportiva aveva fatto il suo corso. Mentre per la querelle Lotito-Iodice i tempi sono stati rapidissimi.

E proprio sulla presunta disparità di trattamento, con Tavecchio che avrebbe così salvato il suo grande elettore Lotito dalla denuncia di Marotta, si focalizza oggi Malagò: “Qui i discorsi sono due: o è stato sbagliato a suo tempo il discorso sul dg della Juve, e attenzione deve essere dimostrato, oppure non ho capito per quale motivo qui si è ritenuto di agire in modo diverso”. Se lo chiedono tutti, società bianconera compresa. Da Torino hanno richiesto da tempo la delibera che affida al presidente della Figc la delega sulla clausola compromissoria ma – come riporta il Corriere dello Sport – non hanno ancora ricevuto nulla. E negli scorsi giorni alcuni giornali sportivi hanno anche avanzato l’ipotesi che la Juventus decida di denunciare la Figc. Anche il Coni ora vuole vederci chiaro: “Se c’è una cosa su cui noi, grazie a Dio, possiamo e dobbiamo intervenire è proprio quella della giustizia sportiva – ha sottolineato Malagò – Ci siamo spogliati del merito dell’ultimo grado ma abbiamo il diritto dovere di capire se si parte tutti allo stesso modo oppure no”.