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Rai Way, l’offerta di B. lusinga il governo, ma “la maggioranza non è in vendita”

Un Dpcm del 2 settembre afferma "l'opportunità di mantenere, allo stato, in capo a Rai" una partecipazione nella società delle torri "non inferiore al 51%"

L’offerta di Ei Towers per Rai Way “conferma l’apprezzamento da parte del mercato della scelta compiuta dal governo di valorizzare la società facendola uscire dall’immobilismo nel quale era confinata”. Con questa asciutta nota, l’esecutivo Renzi ha commentato a Borsa chiusa la proposta del gruppo Berlusconi per la società delle torri della Rai. Tuttavia, il governo non ha potuto non ricordare che un Dpcm del 2 settembre 2014 ha stabilito di mantenere in capo a Rai una quota non inferiore al 51 per cento. Il Decreto del presidente del Consiglio, in particolare affermava “l’opportunità di mantenere, allo stato, in capo a Rai, a garanzia della continuità del servizio erogato da Rai Way a Rai medesima, una quota di partecipazione sociale nel capitale di Rai Way non inferiore al 51%”. Nulla di immodificabile, insomma. Resta il fatto che il gruppo Mediaset non poteva non sapere della norma e che, quindi, ha predisposto un’offerta, con tutte le costose liturgie del caso, nonostante l’impossibilità dell’azionista, allo stato, di accettare. A meno che il vero obiettivo non sia un altro.

Silenzio assoluto, invece, dalla Rai che giovedì ha in calendario un cda. “L’OPA lanciata da EI Towers S.p.A. (controllata al 40% da Berlusconi) sulla totalità delle azioni ordinarie di Rai Way S.p.A. (ovvero il 34,9% del totale) non è solo ostile – dal punto di vista industriale – ma rappresenta un attacco spietato al Servizio Pubblico esercitato dalla Rai – commentano dal Sindacato autonomo nazionale di produzione tv – Dove non ha osato negli anni il “centrodestra” che si è “limitato” a minare l’Azienda Rai dal suo interno con le governance ed i guastatori vari, è riuscito il “centrosinistra” con la passività del management aziendale. Se dopo appena 3 mesi dallo sbarco in borsa del titolo Rai Way si assiste ad un evento del genere nulla ci vieta di pensare ad un’azione premeditata. Come in tutte le privatizzazioni quello che è drammaticamente a rischio è la libertà e la democrazia mercificata in Piazza Affari. Sebbene questa OPA dovesse fallire resta comunque sul terreno una inqualificabile e spregevole speculazione finanziaria. Registriamo infine una continuità comportamentale del vertice aziendale che anziché respingere gli attacchi quotidiani portati da ogni direzione alla Rai restano prigionieri – come nella vicenda Verro – di un assordante e preoccupante silenzio”.