Donne di Fatto

Stereotipi femminili, monte di Venere: nuovo erotic-trash da copertina

Di Sport Illustrated, nello specifico la Swimsuit Edition, ricordo vagamente la copertina in cui Elle MacPherson campeggiava in costume intero.

Il magazine ha 23 milioni di lettori a settimana e ogni anno, dal 1964, propone un numero che di sportivo ha poco (da sempre fonte di critiche), nel quale posano modelle in costume.

Come giustamente sottolineato nel brillante e divertente articolo sul Nyt da Jennifer Weiner, con questa edizione si inaugura una nuova parte del corpo femminile sulla quale ossessionarsi, da sbarbare e rinvigorire: il monte di Venere. Ebbene sì ladies, la new-entry in classifica appartenente alla signorina Davis (top model famosa per essere la ex di Derek Jeter degli Yankees) ci guarda tonico, decespugliato, sbarazzino, in quella che sembra la posa di una che sta per chinarsi e fare pipì. L’evanescente modella, puntualizza che “quest’anno il focus dell’edizione è il torace”, esattamente quello che penseranno i circa diciotto milioni di uomini che leggono il giornale.

Il corpo delle donne, ancora nel 2015, resta sconsolatamente un manufatto a sé stante. Perché più bello di quello dell’uomo, per la silente compiacenza delle donne stesse, per il dominio dell’uomo nelle decisioni che contano.

Qualche giorno dopo l’uscita della foto di Cindy Crawford senza ritocchi, ascoltavo la radio in macchina. Gli speakers (uomo e donna) pontificavano tra lo sbalordito e il rispettoso che quando le donne invecchiano “devono tenersi più su rispetto all’uomo”. Si sa, continuavano, l’uomo di mezza età è interessante, mentre la donna – per accedere a ruolo di Milf. conclamata – deve sudare sette camicie. Insomma, siamo alle solite: nell’immaginario collettivo il cinquantenne alla Clooney (post blefaroplastica e sobrio) è fascinoso, la cinquantenne resta invece una tardona. Probabilmente i cinquantenni alla Depardieu bazzicano tutti dalle mie parti.

La cultura social-popolare è piena di stereotipi triti e ritriti che vanno a scapito delle donne, non è una novità. Di nuovo c’è che adesso non si ha più la decenza di pensarlo e non dirlo, ma lo si spiattella sul web o in diretta davanti a milioni di telespettatori (vedi Panariello a Sanremo o le prolifiche battute di B. sulla Bindi).

Di esempi ce ne sono a bizzeffe…

Un uomo può essere divertente e bello mentre una donna con sense of humor perde la carica sexy. Se l’uomo ha la tartaruga è figo, se la donna ha muscoli diventa mascolina, ergo poco femminile. L’uomo che conquista è un casanova, dongiovanni, seduttore, una donna sessualmente libera è una zoccola. E allora va bene solo se a pagamento. Schiere di vacanzieri solcano i cieli per trovare amore a poco prezzo in Thailandia o in Africa, ma se una donna va a Cuba o in Giamaica per ritrovare gli stessi piaceri dell’uomo, diventa una patetica figura da commiserare e sputtanare al Bar Sport.

Se critichi le bellone, è perché sei invidiosa.

Se condanni gli stecchini in Tv, è perché sei grassa e sotto sotto vorresti essere come loro.

Se argomenti e confuti, sei acida (e anche un po’ frigida).

E’ una battaglia persa a tavolino. E’ un po’ come se al torneo di tennis estivo del mio paese, in finale con la talentuosa dilettante, scendesse in campo una delle Williams. Anche Venus, va bene uguale. Ma per vedere in copertina il nero Monte di Venus bisognerà attendere ancora un bel po’.

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