Primoditutto

Sui lobbisti perde la democrazia

Da qualche giorno, chi ha letto gli articoli de ilfattoquotidiano.it, ha potuto seguire la vicenda tragicomica del corso per lobbisti tenuto da docenti del tutto particolari: alti burocrati ministeriali, potentissimi capi di gabinetto, funzionari di Camera e Senato. Vero che dopo la pubblicazione dei nostri articoli il corso è stato bloccato. Ma a parte poche, lodevoli reazioni, Lorsignori hanno provato in tutti i modi a far passare sotto silenzio la vicenda. Nessun segno di vita, per dire, da parte dei presidenti di Camera e Senato. E silenzio assoluto da parte dei ministeri coinvolti, a cominciare da quello dello Sviluppo economico guidato da Federica Guidi.

Quanto il Parlamento sia caduto in basso in termini di autonomia, trasparenza e tutela degli interessi legittimi dei cittadini in materia di lobbismo è sotto gli occhi di tutto. L’ultima inchiesta di Antonio Pitoni e Giorgio Velardi, con la denuncia clamorosa della senatrice Laura Puppato sulle pressioni illegittime in Parlamento portate avanti anche da ex deputati e senatori, lo dimostra tristemente.

In una democrazia appena normale provvedimenti adeguati sarebbero stati già presi da tempo. In Italia le cose vanno diversamente. Con i conflitti di interessi e le commistioni che si consumano quotidianamente sotto il naso (e per mano) degli eletti. E con le Camere preda di ogni tipo di portatori di interessi e affaristi.

Questi sono i nostri politici. E poi si lamentano se i cittadini li contestano e non vanno a votare