Uscita estemporanea di un solo giorno il 4 febbraio per lo spettacolare doc su alcuni degli sport più pericolosi. Dal kayak estremo alle discese su sci dalle cime alpine, e dai pericolosi salti in mountain bike alle evoluzioni antigravitazionali in kite surf passando per i blue tube tahitiani in surf, Nuit de la Glisse con la complicità di nuove tecniche di ripresa crea avventure sportive più speciali di tanti effetti
“La Nuit de la Glisse è nata da un gruppo di sciatori e surfisti amici. Il primo titolo è uscito nel 1984. Ho sempre cercato di trasmettere al pubblico ciò che gli atleti sentono, per dare una panoramica delle personalità di uomini e donne che amano enormemente le loro rispettive discipline. Per catturare le loro emozioni più profonde quando vivono questi momenti irripetibili”. Ha raccontato sul Donard sulla sua crew. “Evidenziare la loro visione ecologica e il loro stile di vita è un aspetto umano essenziale per i miei film. Ed è questa è probabilmente la ragione per cui hanno avuto tanto successo”.
La “Glisse” è il fenomeno sociale che raggruppa sport e sportivi estremi nato nei ’70. Tutto a strettissimo contatto con la natura. Dall’84 ogni film della Nuit è lettera sacra per praticanti, campioni, o soltanto appassionati del genere. In Addicted to Life, documentario pieno di colori e spazi incontaminati, è possibile seguire planate alari in wingsuit, o linee costruite per salti in bicicletta nel bel mezzo del deserto spagnolo di Almeria. Le prime sono voli con tute high-tech capaci di replicare sull’uomo picchiate da uccelli, le seconde sono percorsi tra dune e dossi per farne trampolini da superare a due ruote. Nulla che si possa minimamente praticare durante una paciosa domenica mattina nel parco sotto casa. Alcune delle location sono Thaiti, Perpignan, Chamonix, Barcellona e Sud Tirolo. Un excursus a cavallo di continenti, mari e monti oltre ogni limite per guardare il frangere delle onde da surf, ma da sott’acqua, o seguire un kayak tra le rapide di torrenti che bagnano i Pirenei. I racconti sulle esperienze e gli stili di vita dei campioni di questi sport mescolano spettacolo a testimonianza. Antropolgicamente interessantissimo anche se non si è vicini al genere. Ma il lavoro registico resta così discreto che il trionfo sembra tutto riservato alla natura domata da questi minuscoli pazzi a solcare nevi, saltare rocce e attraversare cieli.