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Isis, Osservatorio siriano per i diritti umani: “I curdi hanno liberato Kobane”

Secondo l'ong con sede a Londra, la città è stata sottratta ai miliziani. Da metà settembre a oggi oltre 1600 morti nell'area. Nuovo messaggio dell'autoproclamato califfato ai jihadisti d'Europa: "Colpite i crociati nel loro territorio e ovunque si trovino"

Il luogo simbolo della lotta all’Isis torna nelle mani delle forze curde. A Kobane, città siriana ai confini con la Turchia, dopo oltre quattro mesi di combattimenti, i miliziani dell’autoproclamato Stato islamico sono stati fortemente indeboliti e i curdi hanno ripreso il controllo del 90% del territorio.

Lo ha fatto sapere l’Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che le Unità di protezione popolare (Ypg) sono avanzate nel fine settimana nelle vicinanze del quartiere di Kani Arabane, l’unico rimasto ancora nelle mani dei jihadisti. Secondo il gruppo con sede a Londra, lo Stato islamico ha inviato nella zona altri 140 combattenti, tra cui minorenni non addestrati.

Una notizia che arriva nel giorno in cui l’Isis lancia un nuovo appello ai jihadisti in Europa. “Colpite i crociati nel loro territorio e ovunque si trovino”, ha detto il portavoce Abu Muhammad al Adnani in un messaggio dal titolo “Die in your rage” (muori nella tua rabbia) rilanciato dal media center jihadista Al Hayat. “Avete visto infatti cosa un singolo musulmano ha fatto con il Canada e il suo Parlamento, e quello che hanno fatto i nostri fratelli in Francia, Australia e Belgio”, ah Adnani riferendosi agli attacchi terroristici degli ultimi mesi.

La sconfitta dei crociati e la caduta di Roma: la profezia degli estremisti. Nel video, l’esponente dello Stato Islamico parla di una imminente sconfitta dei “crociati” per mano del mondo musulmano: “Questa crociata verrà fermata – dice il portavoce dei jihadisti – e successivamente (con il permesso di Allah) avremo un incontro ad al-Quds (nome arabo di Gerusalemme, ndr) e a Roma, dopo la sconfitta dei crociati a Dabiq“. Si tratta dell’ennesima minaccia dei miliziani legati ad Abu Bakr al-Baghdadi nei confronti dell’Occidente e della cristianità. Una minaccia che si basa su un racconto, mai citato nel Corano, ma che alcune fazioni radicali dell’Islam attribuiscono al profeta Maometto. Il racconto parla di una battaglia, uno scontro tra l’esercito cristiano e quello musulmano a Dabiq, una piccola città siriana vicina al confine turco, nel quale i “combattenti di Allah” sconfiggeranno i Cristiani aprendo la strada alla conquista di Roma e di Gerusalemme, simboli della cristianità.

I curdi a Kobane – Domenica 25 gennaio i peshmerga di Ypg hanno ripreso il controllo del villaggio di Mamid, a sudovest della città. Gli estremisti avevano lanciato un’offensiva contro la città il 16 settembre scorso. Nelle prime settimane il gruppo era avanzato rapidamente, conquistando più della metà della superficie di Kobane, ma successivamente è stato frenato dai combattenti curdi, sostenuti da peshmerga arrivati dal Kurdistan iracheno. Kobane è una delle principali città curde in Siria, oltre ad Afrin, nella provincia di Aleppo, e ad Al Yazira, nella provincia di al-Hasaka.

I combattenti curdi, guidati da Mahmoud Barkhadan, sono avanzati sin nei sobborghi di Kani Erban e Maqtalah. Da metà settembre a oggi, si stima vi siano stati oltre 1.600 morti nei combattimenti, mentre circa l’80% dei raid della Coalizione si sono concentrati proprio sull’area di Kobane.