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Charlie Hebdo, Cremlino raccomanda ai media: “Non pubblicate le vignette”

Roskomnadzor, organo centrale per il controllo di stampa, internet e tv, ha diramato diverse raccomandazioni a evitare la diffusione dei contenuti del del settimanale satirico in cui viene raffigurato Maometto, ma anche di qualsiasi immagine satirica di tema religioso. L’agenzia economica RBC ha reso noto di aver ricevuto l’ordine di rimuovere dal suo sito l’immagine della prima pagina dell’ultimo numero della rivista

Domenica 11 gennaio c’era anche Serghiei Lavrov, ministro degli esteri russo, alla marcia durante la quale i leader di 50 Paesi hanno manifestato a Parigi contro gli attentati terroristici alla sede di Charlie Hebdo e nel supermarket Hyper Casher e a favore della libertà di stampa. Pochi giorni più tardi, tuttavia, proprio dal Cremlino arriva, se non una stretta, almeno una frenata sulla libertà di espressione. L’agenzia per il controllo dei media Roskomnadzor ha diramato diverse raccomandazioni a non pubblicare le vignette del settimanale satirico in cui viene raffigurato Maometto ma anche di qualsiasi immagine satirica di tema religioso. Il pericolo, si legge nella nota pubblicata da Roskomnadzor, è quello di contravvenire alla “legge sui media” e a quella “contro le attività estremiste”. Nei giorni scorsi la stessa agenzia si era limitata a sollecitare i media, in un comunicato pubblicato su Facebook, a scegliere altre forme di solidarietà nei confronti delle vittime dell’attacco terrorista contro la redazione del giornale, e a precisare in una lettera inviata ai media locali da alcuni uffici regionali dell’agenzia, come quello di Kamchatka e di San Pietroburgo, che pubblicare le vignette di Charlie Hebdo con Maometto era considerato come “inammissibile”.

“La pubblicazione delle vignette di tema religioso potrebbe essere considerata da Roscomnadzor come offensiva e degradante per i membri delle diverse confessioni e organizzazioni religiose, o come un incitamento all’odio nazionale o religioso, che è una violazione diretta delle leggi sui media e sull’estremismo”, recita la nota pubblicata ieri sul sito dell’agenzia e in cui si precisa che la pubblicazione di materiale satirico a contenuto religioso contraddice “le norme etiche e morali che si sono costituite in più di un secolo di coabitazione fra genti di fede religiosa e tradizioni diverse in Russia”. Il sostegno all’estremismo, anche online, costituisce un reato penale, stabilisce la legge firmata da Putin la scorsa estate.

L’agenzia economica di San Pietroburgo RBC ha reso noto di aver ricevuto l’ordine degli uffici locali di Roscomnadzor per rimuovere dal suo sito l’immagine della prima pagina dell’ultimo numero di Charlie Hebdo – con Maometto che piange – e l’avvertimento che avrebbe potuto essere aperta un’inchiesta penale. Il sito di notizie ha quindi tolto l’immagine sostituendola con la scritta: “Non possiamo mostrarvi questa immagine su richiesta di Roscomnadzor”.

A Magas, in Inguscezia , circa 15mila persone sono scese in piazza per protestare contro la pubblicazione, sui media occidentali, di vignette in cui viene raffigurato Maometto e contro l’islamofobia. Alle proteste si è associato il presidente della repubblica russa Iunus Bek Evkurov, che nel suo intervento di fronte ai manifestanti ha detto che le caricature rappresentano “estremismo di stato da parte di alcuni paesi occidentali” denunciando che la loro pubblicazione mira a “mettere l’una contro l’altra le diverse religioni ed etnie”. Per lunedì, il presidente della vicina Cecenia Ramzan Kadyrov ha organizzato una manifestazione sugli stessi toni a cui prenderanno parte, ha detto, 500mila persone. Gli autori delle caricature di Maometto sono “persone prive di valori spirituali ed etici“, ha affermato.