Politica

Jobs act, Renzi insiste: “Cgil e Uil non scioperarono contro Fornero e Monti”

Il presidente del Consiglio, in un'intervista a Matrix, attacca i sindacati che hanno indetto la mobilitazione per il 12 dicembre. Poi difende la riforma del lavoro, si augura che Forza Italia rispetti il patto del Nazareno e affronta il tema periferie e immigrazione

Vedo due sindacati, Cgil e Uil, che faranno uno sciopero generale contro il nostro governo. Gli stessi sindacati si sono dimenticati di fare lo sciopero contro la Fornero e Monti. Contro di noi sì, e io lo rispetto, è la bellezza della democrazia”. Matteo Renzi, in un’intervista a Matrix parla della mobilitazione indetta dalle organizzazioni guidate da Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo per il 12 dicembre e attacca i due sindacati, “che faranno uno sciopero generale contro il nostro governo che ha dato gli 80 euro a chi guadagna meno, che dà la maternità a chi non l’aveva, che concede i co.co.co. e i co.co.pro. Il diritto allo sciopero è un diritto sacrosanto, costituzionale, lo difendo con le unghie e con i denti”.

” La verità vera è che la riforma del lavoro sta dando più diritti a quelli a cui il sindacato, in questi anni, non ha parlato”

Nei giorni scorsi inoltre il premier aveva sottolineato come contro il suo esecutivo ci fossero stati “più scioperi che in tutti gli altri governi”. Ma ilfattoquotidiano.it aveva dimostrato, attraverso i dati dell’Autorità di garanzia per gli scioperi che dall’insediamento dell’ex sindaco a Palazzo Chigi a oggi, si sono verificate meno mobilitazioni rispetto a quanto accaduto durante i governi Berlusconi IV, Monti e Letta. “Auguro di cuore una bella manifestazione, ma la verità vera è che la riforma del lavoro sta dando più diritti a quelli a cui il sindacato, in questi anni, non ha parlato, a quelli di cui non si è occupato nessuno”. Il presidente del Consiglio coglie inoltre l’occasione per difendere la riforma del lavoro promossa dal suo governo, che ha ricevuto il via libera alla Camera e che ora torna al Senato in terza lettura.

“Il Jobs act – sostiene il premier – è la grande occasione per dare diritti a chi non li ha mai avuti. Non faccio il portavoce del sindacato anche perché sono il meno indicato a farlo, ma di quelli senza diritti, in questi anni, si sono occupati in pochi. Forse neanche i sindacati si sono occupati troppo di quelli che non hanno diritti. Però io rispetto il sindacato”. Tutte le sere, spiega Renzi, “vedo il sindacato in televisione a esprimere la propria valutazione su tutto e ne sono felice; evidentemente, abbiamo restituito ragione di combattività al sindacato”.

“Jobs act? La stragrande maggioranza degli italiani sarà contenta”

“La riforma del lavoro in Italia non toglie i diritti e quando finalmente saranno evidenti a tutti i decreti attuativi io faccio una previsione: la stragrande maggioranza degli italiani sarà contenta, contenta che una donna possa avere la maternità indipendentemente dal mestiere che svolge, anche se non è una lavoratrice dipendente. Saranno contenti che non ci siano più i co.co.co. e co.co.pro e co.co.mai., ma ci saranno forme contrattuali diverse e che per la prima volta nella storia italiana il contratto di lavoro a tempo indeterminato viene agevolato”. Inoltre, ha specificato, “se una persona viene licenziata per motivi di discriminazione va davanti ad un giudice che costringe l’imprenditore a riassumerlo. Diverso – conclude – è il ragionamento quando un’azienda non ce la fa più”.

Renzi il 28 novembre, con un tour in quatto aziende del sud, da Catania ad Avellino, difenderà il suo jobs act tra lavoratori e imprenditori. Perché, nonostante le tensioni parlamentari sulle riforme e la guerra aperta dai sindacati, non ha intenzione di cambiare tempi e sostanza della sua agenda di governo. “Dopo anni di melina, pantano e sabbie mobile finalmente facciamo le riforme”, è la sfida aperta da Renzi, consapevole di avere avversari politici, ultimo arrivato Matteo Salvini, di cui non ha “paura finché gli italiani sono con me”.

“Conosco il disagio nelle periferie, dobbiamo investire se vogliamo riprendercele”

Oltre al tema lavoro e sindacati, Renzi affronta anche il nodo delle periferie e delle tensioni che si sono verificate nelle ultime settimane, specie in relazione alle rivolte in chiave anti-immigrati alla periferia di Roma, a Tor Sapienza. “Io credo che il racconto dell’Italia vera non sia soltanto quello. C’è un disagio, c’è un’emergenza: io ho fatto il sindaco e conosco il disagio delle periferie e credo che dobbiamo investire con team di architetti, con campi sportivi, con asili nido se vogliamo riprenderci le periferie”. Fa riferimento alla sua esperienza di sindaco (“Il campo Rom di Firenze dell’Olmatello io l’ho chiuso, ma con politiche inclusive non con i manganelli”) e attacca il segretario della Lega Nord Matteo Salvini che, nella sua “visita” al campo rom di Bologna, si è scontrato con i centri sociali. “Io non sono andato, come hanno fatto altri, al campo rom a mettere contro gli abitanti del campo con gli abitanti della città, io ho smantellato il campo rom perché è indegno che ci sia un campo rom in una città”.

Sul patto del Nazareno, Renzi si augura che Forza Italia “rimanga al tavolo che abbiamo aperto. Sulle valutazioni politiche siamo su fronti diversi, ma questo non ci impedisce di rispettare e usare un tono diverso. Io non ne posso più della politica italiana che si insulta tutti i giorni”. E ha aggiunto: “Io non ho nessun nemico in politica magari qualcuno mi considera tale” e con Fi “siamo avversari. Il fatto che ci sia rispetto, che non ci tiriamo dietro i piatti, che non ci insultiamo, come invece talvolta è avvenuto in passato tra le forze politiche, per me è un fatto positivo. Io – conclude – posso pensare che Forza Italia sbagli, ma non posso pensare che chi vota Forza Italia sia un poco di buono”.