Cultura

‘La cangura’: lo stalinismo secondo Juz Aleškovskij

cop cangura

Nell’improbabile notte tra il 14 luglio 1789 (la presa della Bastiglia) e il 9 gennaio 1905 (la Domenica di sangue, dimostrazione pacifica repressa con le armi dagli sgherri dello zar Nicola II), allo zoo di Mosca viene stuprata e poi brutalmente ammazzata la cangura Gemma.

Dell’efferato crimine viene accusato un malandrino di mezza tacca, un balordo dagli innumerevoli alias, il più riuscito probabilmente è Eccetera, che non potrà sottrarsi all’arresto, ai demenziali interminabili interrogatori, al grottesco e pomposo processo davanti alle rappresentanze di tutti i paesi della costituzione staliniana, quindi né all’internamento in un campo di prigionia.

Ambientato negli anni più bui dell’epoca stalinista, quando era prassi comune internare cittadini per banali sospetti o far scomparire in circostanze misteriose sulla base di semplici delazioni, La Cangura di Juz Aleškovskij (tradotto da Emanuela Bonacorsi e pubblicato in Italia da Voland), è un romanzo di epocale forza, picaresca ironia e devastante gergalità.

Leggendolo sembra di essere all’interno di una sbronza allucinata, dove personaggi reali della storia sovietica si fondono con gli animali dello zoo, dove la parlata della malavita si mischia al burocratese degli apparati statali, in un continuo rimbalzare da atmosfere quasi dadaiste a descrizioni cupe e grigie di un socialismo, più che reale, decadente.

Il volume raccoglie un altro irriverente romanzo di Juz Aleškovskij, di ambientazione tardo-staliniana: Nikolaj Nikolaevič: il donatore di sperma (traduzione di Marco Dinelli), considerato un classico contemporaneo della letteratura russa, scritto nel 1970 ma che ha continuato a circolare solo in manoscritti clandestini fino al 1989. La sua pubblicazione fu infatti sempre vietata in Unione Sovietica per la crudezza del linguaggio e la feroce ironia.

Nikolaj, uscito dai lager staliniani, campa facendo il borseggiatore sugli autobus. La fortuna comincia a sorridergli quando trova lavoro come donatore di sperma in un istituto di ricerca, dove l’inesauribile produzione e la prorompente vitalità del suo seme sono oggetto di attenti studi e sempre nuovi esperimenti, fino al tentativo di stabilire un nesso tra erezione e lettura dei classici. In un turbinio di equivoci sentimentali e ideologici, tra sbronze e masturbazioni, l’ironia la fa da padrona.

Juz Aleškovskij è nato a Krasnojarsk nel 1929 e ha fatto vari mestieri prima di iniziare a scrivere. Emigrato dalla Russia nel 1979, si è stabilito negli Stati Uniti. Conduceva in Urss una doppia vita: ufficialmente era apprezzato scrittore di libri per bambini, illegalmente osannato scrittore di testi di canzoni e romanzi “non in linea”.