Con questo non dico affatto che Renzi sbagli, anzi è vero il contrario. È vincente la comunicazione di Renzi? Certo che lo è. A chi parla Renzi? A chi sta già bene, perché ha già un lavoro, una casa di proprietà e si può permettere l’iPhone, le macchine fotografiche digitali e i tablet che Renzi sbandiera come simboli di innovazione, futuro e speranza. A chi riesce a credere che nel Jobs Act ci sia tutto quel che dicono i suoi slogan senza averne mai letto una riga. A chi riesce a credere che l’alternativa sia davvero fra un Pd al 25% e un Pd al 41%, come l’ha messa ieri, dimenticando che sono percentuali che si riferiscono a competizioni elettorali molto diverse (politiche e europee) e dimenticando le percentuali sempre più alte di astensione.
L’astensione, ecco il punto. Dentro all’astensione finiranno tutti coloro che non si possono permettere l’iPhone, non hanno casa, non hanno lavoro e non credono più alla politica. A venti come a cinquant’anni e passa. Mentre Renzi porterà a casa una percentuale alta di voti, che gli permetterà di governare. In assenza di avversari veri e con percentuali altissime di astenuti, ci riuscirà. Come si fa in Usa, sì. Senza però avere i vantaggi degli Usa, ma solo gli svantaggi. È questo il futuro che ci attende: «Il futuro è solo l’inizio», per riprendere uno slogan della Leopolda. Facciamocene una ragione, altrimenti è «come voler mettere un gettone del telefono nell’iPhone». Per chi l’iPhone ce l’ha.