Cronaca

Pedofilia, il vescovo rimosso dal Papa: “Nella Chiesa possibile un grande scisma”

Il paraguaiano Rogelio Ricardo Livieres Plano, accusato di aver coperto i reati del suo vicario, si scaglia contro Francesco: “Soffiano venti nuovi che non appartengono allo Spirito Santo”. E sul cardinale Kasper: "è responsabile di promuovere attivamente la confusione”

“Nella Chiesa si potrebbe arrivare a un grande scisma”. Non ci sta ad accettare la volontà di Papa Francesco e passa al contrattacco l’ex vescovo di Ciudad del Este in Paraguay, monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano, rimosso da Bergoglio con l’accusa di malversazione e soprattutto di aver coperto la pedofilia del suo vicario generale, l’argentino padre Carlos Urrutigoity. “Dentro la Chiesa – attacca il presule -, e ultimamente dalle sue più alte sfere, soffiano venti nuovi che non appartengono allo Spirito Santo”. Una situazione che monsignor Livieres Plano, membro dell’Opus Dei, non esita a definire “gravissima” e che potrebbe portare presto a “un grande scisma”. In una nota pubblicata sul suo blog personale, il vescovo rimosso punta il dito contro il cardinale Walter Kasper, esponente di punta della corrente teologica che, all’interno del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia che si sta svolgendo in Vaticano, vorrebbe aprire ai sacramenti per i divorziati risposati, in totale sintonia con Bergoglio.

Per il presule paraguaiano il cardinale Kasper è “responsabile di promuovere attivamente la confusione” sull’accesso alla comunione di chi, dopo il divorzio, vive una nuova unione. “Quello che prima era proibito e considerato una disubbidienza contro la legge di Dio – scrive Livieres Plano – ora potrebbe essere benedetto in nome della sua misericordia”. Sempre secondo il vescovo, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e curatore dell’opera omnia di Joseph Ratzinger, avrebbe avvertito che questa “pretesa utopica” potrebbe compromettere l’intera dottrina cattolica riguardo la famiglia. Di qui la profezia nefasta che dopo questo Sinodo sulla famiglia e quello successivo, sempre sullo stesso tema, che si terrà nell’ottobre del 2015, nella Chiesa cattolica ci potrebbe essere uno scisma.

In Vaticano l’anatema di Livieres Plano non ha ottenuto nessun tipo di consenso. Già il giorno dopo la sua rimozione da parte di Papa Francesco, il presule paraguaiano si era scagliato violentemente contro Bergoglio con una lunga lettera indirizzata al prefetto della Congregazione per i vescovi, il cardinale Marc Ouellet, pubblicata integralmente sul sito dell’ormai sua ex diocesi di Ciudad del Este. Il vescovo aveva accusato il Pontefice di aver preso una decisione “infondata e arbitraria”, commettendo un vero e proprio abuso di potere. “Il Papa – aveva scritto Livieres Plano – dovrà rendere conto a Dio, più che a me”. Nella sua lunga lettera il presule rimosso accusava, tra l’altro, i media e alcuni confratelli del Paraguay di “manovrare in modo orchestrato e di passare indiscrezioni irresponsabili al fine di ‘orientare’ le azioni e l’opinione pubblica”. Il vescovo sottolineava, inoltre, che “al di là dei tanti errori umani che posso aver commesso, e per i quali chiedo perdono a Dio, ancora una volta affermo davanti a chi vorrà ascoltare che la sostanza del caso è stata un’opposizione e persecuzione ideologica”.

Un attacco durissimo per Bergoglio che “nonostante i tanti discorsi sul dialogo, la misericordia, l’apertura, la decentralizzazione e il rispetto nei confronti dell’autorità delle Chiese locali, non ho mai incontrato quanto meno – annotava Livieres Plano – per chiarirgli qualche dubbio o preoccupazione”. Una nota vaticana aveva precisato che la “gravosa decisione” era stata presa dal Papa sulla base di “serie ragioni pastorali”, ed era “ispirata al bene maggiore dell’unità della Chiesa di Ciudad del Este e alla comunione episcopale in Paraguay”. Bergoglio, inoltre, aveva chiesto al clero e a tutti i fedeli della diocesi “di voler accogliere i provvedimenti della Santa Sede con spirito di obbedienza, docilità e animo disarmato, guidato dalla fede”. E aveva rivolto un appello “all’intera Chiesa paraguaiana, guidata dai suoi pastori, a un serio processo di riconciliazione e superamento di qualsiasi faziosità e discordia, perché non sia ferito il volto dell’unica Chiesa”. Un processo reso ora più difficile dalle continue esternazioni del vescovo rimosso.

@FrancescoGrana