Zonaeuro

Hollande, Macron, Bowles e le porte girevoli tra politica e finanza

La speranza di creare un fronte italo-franco-spagnolo contro le politiche di austerity ha subito un altro duro colpo martedì sera, quando si è compiuta anche la normalizzazione del governo francese. Al posto del riottoso Montebourg è stato nominato al ministero dell’economia Emmanuel Macron, 36enne ex investment banker della banca Rotschild, segretario generale aggiunto dell’Eliseo dal 2012. Un fedelissimo di Hollande, che conosce il linguaggio della ierocrazia finanziaria e si trova a proprio agio tra le ricette del rigore europeo. Il profilo ideale per ricondurre la Francia alla disciplina. Ancora una volta le porte girevoli tra politica e finanza hanno funzionato alla perfezione. Un fenomeno che, come descritto dal sociologo Luciano Gallino in Finanzcapitalismo, si presenta senza soluzione di continuità dall’inizio degli anni ottanta. Manager di istituzioni finanziarie che diventano ministri, ex ministri che passano a dirigere grandi banche, con il trasferimento da un ambito all’altro di interessi e la creazione di un linguaggio comune, di sensibilità per alcune questioni e insensibilità per altre, di schemi interpretativi simili.

Porte girevoli – ma a parti invertite – anche per la britannica Sharon Bowles, parlamentare europea nel gruppo dei liberali, che fino alla fine di giugno ha presieduto la Commissione per i problemi economici e monetari (Econ) dell’Unione Europea. Dal 14 agosto è entrata a far parte del consiglio di amministrazione del London Stock Exchange, la borsa della City.

L’Econ è al centro di tutti i lavori parlamentari per l’approvazione di leggi europee che regolamentino i mercati finanziari e Sharon Bowles ha guidato personalmente buona parte delle negoziazioni tra Parlamento, Commissione europea e stati membri. Ha rappresentato l’Econ verso l’esterno, conosce tutti gli attori, gli interessi in gioco, i punti forti e deboli di ogni normativa. “Il cambiamento di casacca di Bowles è uno scandalo”, ha dichiarato il tedesco Sven Giegold, parlamentare europeo dei verdi e membro dell’Econ. “E’ triste vedere come Sharon Bowles abbia semplicemente venduto la sua ottima reputazione alla Borsa di Londra, trasformando competenze maturate svolgendo un incarico pubblico in vantaggi personali e servizi a favore di un’impresa privata”.

Triste e particolarmente grave, visto che Bowles guidava anche le negoziazioni sulla direttiva Mifid II (Markets in Financial Instruments Directive), che tra le altre cose regola anche il funzionamento delle borse europee, inclusa naturalmente la Borsa di Londra, il suo nuovo datore di lavoro. Proprio la Mifid II si trova ora nella fase di consultazione che porterà all’approvazione dei regolamenti attuativi. Si discute dei dettagli che renderanno più o meno efficace il nuovo sistema di norme. Sharon Bowles ha già fatto sapere via Twitter che sarà proprio lei a guidare le trattative della Borsa di Londra con i supervisori sulle nuove regole europee.

 Per evitare nuove diserzioni, il verde Giegold chiede che siano applicati precisi limiti al passaggio di politici e regolatori da un campo all’altro. Periodi bloccati o aspettative per rendere meno fluido lo scorrere delle porte girevoli. Ce n’est qu’un début, continuons le combat. E’ solo l’inizio, continuiamo la lotta. Solo che lo squilibrio tra le forze in campo è sempre più evidente. Da una parte ci sono i bazooka, dall’altra un paio di moschetti spuntati e qualche schioppo buono per andar a fagiani di allevamento. Per disperazione ci aggrappiamo ora a Draghi e al sogno di un tardivo quantitative easing: abbandonati dalla politica, siamo disposti ad accontentarci della politica monetaria e dei suoi presunti effetti taumaturgici. Ma sarà solo un placebo. Se la politica non inizierà a recuperare gli spazi occupati dal potere finanziario, la crisi continuerà a mietere vittime.