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Fininvest in rosso per 428 milioni nel 2013. “Pesa il Lodo Mondadori”

La holding a cui fanno capo Mediaset, Mediolanum, il Milan e Mondadori aggrava le perdite, che nel 2012 si erano fermate a 285 milioni. Il risultato negativo dipende in buona parte dai 491,3 milioni di risarcimento versato alla Cir dei De Benedetti. Niente dividendi per Silvio Berlusconi e i cinque figli Barbara, Eleonora, Luigi, Marina e Pier Silvio. Il vicepresidente del Biscione rientra nel cda, lasciato nel 2012, ma deve abbandonare la poltrona nel consiglio di Mediobanca

Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, chiude il 2013 con un profondo rosso di 428,4 milioni e, a differenza dello scorso anno, decide di non distribuire dividendi. Intanto, proprio nel giorno in cui il Biscione si aggiudica il pacchetto per trasmettere in digitale le partite delle otto big del campionato, in consiglio di amministrazione rientra accanto a Marina, Barbara e Luigi anche Pier Silvio, che aveva dovuto lasciare nel 2012 per la norma sul cumulo delle cariche. Ora rientra, ma al prezzo della rinuncia alla poltrona che occupava nel cda di Mediobanca

Sui conti pesa il Lodo Mondadori – La società a cui fanno capo Mediaset, Mediolanum, il Milan e Mondadori ha chiuso il 2013 con una perdita salita a 428,4 milioni di euro dai 285 del 2012 e ricavi consolidati per 4,72 miliardi, in calo dell’8,5% rispetto ai 5,15 miliardi dell’anno precedente. La nota diffusa giovedì, quando si è riunita l’assemblea della holding, attribuisce il pessimo risultato “all’influenza molto negativa” della condanna definitiva a risarcire la Cir dei De Benedetti per il Lodo Mondadori. Sentenza che ha pesato sui conti per 491,3 milioni. A zavorrare il bilancio sono state però anche svalutazioni e oneri di ristrutturazione: al netto di questi oneri non ricorrenti il risultato netto consolidato sarebbe stato positivo per 91,7 milioni. Alla luce del buco, negli ultimi mesi la holding ha dato il via a una raffica di cessioni: dal 50% di Mediolanum assicurazioni per un corrispettivo di 22,2 milioni alla sede del Giornale in via Negri, di cui è stato liquidato il leasing, fino al golf club di Tolcinasco. 

L’ex premier e i cinque figli a bocca asciutta – Berlusconi e i cinque figli (tra i soci c’è anche Eleonora, che non ha cariche in azienda) rimangono però di nuovo a bocca asciutta. Se nel 2013 la cassaforte di casa, pur in rosso, aveva attinto alle riserve per pagare loro una lauta cedola da 93,6 milioni dopo due anni di digiuno, oggi nulla da fare. Orfana dei dividendi di Mediaset e Mondadori, Fininvest chiude i rubinetti. Il Milan, che lo scorso anno stando al bilancio approvato nei giorni scorsi ha accumulato una perdita di 15,7 milioni contro i 6,8 del 2012, ha sempre bisogno del supporto finanziario del suo azionista di maggioranza. Sul gruppo, insomma, soffia vento di austerity. Non per niente Mondadori, per finanziarsi, il 17 giugno ha messo sul mercato il 12% del capitale. Mentre il Biscione due mesi fa ha fatto cassa vendendo per 300 milioni il 25% della società delle torri di trasmissione, Ei Towers e adesso, entro il 4 luglio, deve decidere se accettare l’offerta di Telefonica, disposta a pagare fino a 355 milioni per il 22% di Digital Plus, la pay tv spagnola.

Ma gli stipendi dei figli non soffrono – Va detto comunque che la “magra” ha intaccato solo in minima parte gli stipendi della dinastia di Arcore: se Marina, nella veste di presidente di Mondadori, nel 2013 ha dovuto accontentarsi di 515mila euro senza bonus, Pier Silvio nel 2013 ha intascato anche un premio di risultato che ha portato la sua busta paga a oltre 1,9 milioni. D’altronde il gruppo editoriale di Segrate ha archiviato il 2013 con una perdita di 185 milioni, mentre Mediaset è tornata all’utile, anche se minimo (8,9 milioni), dopo il rosso di 235 milioni dell’anno precedente. Quanto ai figli di secondo letto dell’ex premier, Luigi e l’ad del Milan Barbara, per loro è ancora fresca la tegola della liquidazione di Prezzofelice.it, di cui insieme a Eleonora hanno il 40%.

Dal cda esce Costa, nuovo presidente della Fieg – L’assemblea di Fininvest ha provveduto anche a nominare il nuovo consiglio di amministrazione. Esce Maurizio Costa, per 16 anni ad e vicepresidente di Mondadori e oggi numero due della holding. Stando al comunicato della società ha scelto di non proseguire “a seguito della designazione ad altri incarichi al di fuori del gruppo”. Il 18 giugno Costa è stato nominato presidente della Federazione italiana editori di giornali (Fieg). Al suo posto fa il suo ingresso in cda Pier Silvio Berlusconi. Confermati tutti gli altri attuali amministratori, cioè la presidente Marina Berlusconi, l’ad Pasquale Cannatelli, gli altri due figli dell’ex Cavaliere Barbara e Luigi, Ubaldo Livolsi, il dg Danilo PellegrinoRoberto Poli e Salvatore Sciascia

La sola capogruppo perde 382 milioni – La capogruppo Fininvest ha realizzato una perdita di 382,8 milioni, sostanzialmente raddoppiata rispetto ai 193,1 milioni del 2012, sempre a causa della sentenza del Lodo Mondadori e delle svalutazioni ma anche della situazione economica del Paese che “ha inciso sui consumi e sul mercato della pubblicità”. Ad alleggerire il ‘rosso’ hanno contribuito i 234 milioni di plusvalenza realizzata sulla cessione del 5,61% di Mediolanum. Il gruppo, ricorda il comunicato, “si è quindi ulteriormente concentrato su linee strategiche ben definite”. Da una parte “investendo sulla qualità dell’offerta e sull’integrazione tra modelli di business tradizionali e nuove proposte editoriali, dall’altra operando in modo sempre più incisivo sulla razionalizzazione dei processi produttivi, allo scopo di ridurre sensibilmente i costi e ottenere strutture più efficienti”. La razionalizzazione ha però “determinato oneri di ristrutturazione” con “un forte impatto sul conto economico”.

Patrimonio consolidato a 4,76 miliardi – Il patrimonio netto del gruppo Fininvest ammonta a 4,76 miliardi, di cui 2,19 di competenza di terzi. Nel corso del 2013 l’indebitamento è sceso da 1,8 a 1,5 miliardi grazie “alla significativa generazione di cassa ordinaria”. Il margine operativo lordo a livello consolidato è pari a 1,24 miliardi, rispetto agli 1,26 dell’esercizio precedente. Il risultato operativo è in rosso per 485,9 milioni rispetto ai 489 del 31 dicembre 2012.