Politica

Europee, contatto tra M5S e Verdi francesi. E da Meetup dossier su alternative a Ukip

Gli eurodeputati della Francia, su proposta di un ex candidato grillino, avevano accettato di incontrare una delegazione dei 5 stelle mercoledì 4 giugno alle 10. L'ufficio centrale dell'European Green party ha bloccato la procedura dicendo che prima devono sentirsi i vertici. Ora si attendono le prossime mosse da entrambe le parti. Intanto gli attivisti di Bruxelles hanno mandato un documento su altri deputati che potrebbero essere vicini ai 5 stelle

Mercoledì 4 giugno ore 10, ufficio dei Verdi a Bruxelles. Esiste un appuntamento tra il Movimento 5 stelle e gli eurodeputati francesi dell’European Green Party per discutere dell’alleanza al Parlamento europeo. Ma per ora non ci andrà nessuno. A fissarlo un candidato non eletto dei 5 stelle che aveva scritto una semplice email ai delegati e aveva ricevuto una risposta secca: “Incontriamoci”. Un contatto diretto che però non è piaciuto all’ufficio centrale dei Verdi: “Non si possono prendere iniziative isolate”, si è sentito dire. “Nella trattativa è coinvolta la presidente Monica Frassoni, ed è necessario aspettare che si muovano i vertici“. L’apertura era stata comunicata anche allo staff di Beppe Grillo, che non ha mai dato risposta o commentato. Almeno non direttamente. Un contatto telefonico tra i due staff però c’è stato e nelle prossime ore potrebbe esserci una telefonata proprio dall’ala francese. Nel frattempo sul blog del Movimento 5 stelle continuano a uscire articoli che attaccano la cattiva informazione della stampa italiana su Nigel Farage e i suoi. “Capisco”, commenta l’attivista, “che a muoversi debba essere chi ha il compito di farlo. Ma volevo semplicemente dimostrare che è davvero facile ottenere un incontro. Basta volerlo. Noi ci siamo sentiti un po’ traditi sui metodi. Vedere che le trattative erano già a uno stato così avanzato ci ha colpito”.

Sul tavolo di Grillo e Casaleggio però non è arrivata solo l’email con l’invito a un incontro con i Verdi francesi, ma anche un dossier preparato dal Meetup di Bruxelles. Un rapporto di oltre 100 pagine dove si trovano raccolte tutte le “informazioni utili per il nuovo eurodeputato”. Una raccolta di dati, scadenze e contatti che gli attivisti del Belgio hanno voluto raccogliere per dare una mano ai loro portavoce. E tra le pagine si spiegano le possibili opzioni per un gruppo politico all’interno del Parlamento europeo che non snaturi il Movimento stesso. Questi i capitoli: “calendari”, “informazioni per l’arrivo dei deputati neoeletti al Parlamento”, “riunioni costitutive delle Commissioni parlamentari”, “scenari possibili per la formazione di un gruppo”, “documenti per l’assunzione di assistenti parlamentari” e “informazioni sui nuovi deputati”. All’interno tanti dati, ma anche contatti di altri parlamentari e suggerimenti su come muoversi. Un aiuto tecnico dato da chi conosce le istituzioni e dice di voler dare una mano ai propri portavoce. 

Alla voce “gruppo politico”, la tematica più contestata: “Questo documento”, si legge, “vuole mettere in evidenza le conseguenze che la scelta di sedere tra i ‘non iscritti’ comporterebbe”. Gli attivisti segnalano che la costituzione di un gruppo autonomo sarebbe la scelta maggiormente in linea con lo spirito del Movimento (comunicato politico n.54), ma anche quella che penalizzerebbe maggiormente l’azione interna. Anche perché: “All’interno del Parlamento europeo, stanti le elevate maggioranze e le modalità di funzionamento, ci sono ampi spazi per la collaborazioni e l’ascolto tra gruppi e il compromesso rappresenta un passaggio necessario per un’ azione efficace. I contrasti e le divergenza di vedute all’interno di un medesimo gruppo non sono da considerare come un’anomalia”. Segue una lista di possibili candidati da avvicinare perché “affini” per la formazione di un gruppo. Si va da Podemos, la formazione degli indignati spagnoli, fino ai Pirati tedeschi, passando per i greci indipendenti, oppure il Partito della terra portoghese o l’azione dei cittadini insoddisfatti della Repubblica Ceca. Ad ogni partito si affianca un indirizzo email con i contatti dei singoli deputati o dei segretari. Si allega poi anche la sentenza Martinez, con la quale si dimostra che il Parlamento può sciogliere un gruppo nel caso in cui i partiti che lo formano non abbiano affinità tra di loro.

Niente è stato ancora deciso definitivamente. Di certo c’è un pranzo tra Beppe Grillo e il leader del partito Ukip in centro a Bruxelles e la convinzione che a mettere l’ultima parola sull’alleanza sarà la rete. E mentre alcuni accettano la situazione cercando di vedere la parte positiva di un accordo con l’Efd di Farage, non mancano gli attivisti che si stanno organizzando per spingere per un contatto con i Verdi. Così il Meetup di Bruxelles ma anche altri gruppi all’estero. “Vogliamo solo che tutti siano informati”, commenta un attivista, “e che non sia un salto nel buio quando ci troveremo a votare in rete. Noi dall’estero abbiamo una visione diversa e ci teniamo a mettere a disposizione le nostre informazioni in modo costruttivo”. Le prossime ore saranno decisive. Dai Verdi potrebbe arrivare una telefonata e lo staff di Grillo potrebbe accettare l’incontro. “Stiamo a vedere”, conclude un attivista del Meetup, “molti di noi dovranno riflettere su quello che è successo”.