Politica

Gaffe politiche: a vincere è Alessia Morani del Pd

Se volessimo stilare una hit parade di gaffe politiche recenti, seguite a ruota da rettifiche imbarazzanti (persino più imbarazzanti delle gaffe stesse), Alessia Morani, deputata del Pd e membro della segreteria nazionale del partito, vincerebbe al primo turno, senza rischio di ballottaggi.

L’autogol della scorsa settimana nel corso della trasmissione L’aria che tira sui redditi dei parlamentari, infatti, avrebbe fatto prendere un accidente anche al più abile e navigato tra gli spin doctor; persino “Wolf”, l’Harvey Keitel di Pulp Fiction, troverebbe difficilmente una soluzione a “questo problema”, perché la Morani non ha soltanto pronunciato una frase di dubbio gusto (un po’ retrò e certamente lontana anni luce dal bagaglio culturale della sinistra), ma ha tentato anche una maldestra e amatoriale riparazione a mezzo Facebook che le è costata una pioggia di commenti imbufaliti degli utenti.

Ecco la sequenza:

I fatti: in studio il deputato Cinquestelle Nicola Morra sosteneva come il Movimento di Grillo avesse assunto quel ruolo di partito che rappresenta gli interessi dei ceti popolari e della “gente comune”, una volta appannaggio del Pci. A quel punto è arrivata la risposta della deputata democratica: “Non è un ufficio del lavoro, il Parlamento, evidentemente chi è a reddito zero non è che nella vita precedente abbia combinato granché”.

Pronta l’ira del popolo della rete che ha sommerso di commenti l’account Facebook di Alessia Morani, la quale ha cercato allora di porre rimedio come poteva, con un commento “riparatorio” sul suo profilo.

Però, come si sa, a volta la toppa è peggio del buco; all’inizio del commento si legge “La giornalista faceva notare che molti parlamentari del M5S avevano dichiarazioni dei redditi a zero o comunque molto basse.” (A dire il vero, la giornalista della 7, Myrta Merlino aveva detto interpretando il pensiero del grillino Morra:“ dice [il deputato 5 stelle] una volta i comunisti portavano in parlamento gli operai (..) mentre ora ci siamo noi a dover portare la gente comune in Parlamento”).

E prosegue: “La frase che mi viene (strumentalmente) attribuita in vari modi sui social [..] era riferita ai parlamentari e non ai tanti giovani che sono purtroppo senza lavoro”. Ma non era stata proprio lei a parlare, all’inizio del suo intervento, di “vita precedente” dei parlamentari, quella cioè da comuni cittadini prima dell’elezione?

Ciò che, invece, intendevo dire è che il gruppo dirigente italiano, di cui i parlamentari sono una delle massime espressioni, dovrebbe, secondo la mia modesta opinione, avere competenze ed esperienze politiche o professionali che, in moltissimi casi (naturalmente non in tutti), derivano da ciò che una persona ha fatto o rappresentato nella vita precedente all’incarico parlamentare. Credo sia ad esempio un valore per un deputato od un senatore essere stato un amministratore in un ente locale od avere praticato un mestiere o una professione. Il riferimento alla mancanza di reddito voleva essere solo un modo per affermarne l’inesperienza politica o professionale ed ha avuto esclusivamente questo significato (d’altronde, mi si passi la battuta, anche per prendere la patente occorre fare un minimo di guide con l’istruttore!).”

Qualcuno certamente ricorderà la “meravigliosa inesperienza”di Marianna Madia, ministro e collega dell’onorevole Morani nella segreteria nazionale del Pd, ma quello era il partito di Veltroni e allora l’esperienza -evidentemente – non contava molto anche se, parlando di esperienza professionale, i precari già esistevano ed anche allora (sono sei anni ma sembra un’era geologica) era già diffuso il fenomeno degli stagisti a vita.

Poi, di male in peggio, arriva il colpo di grazia con la battuta “per prendere la patente occorre fare un minimo di guide con l’istruttore”. Se è per questo bisogna anche passare la teoria. Quanti laureati passano la teoria, fanno pratica non con uno, ma addirittura con diversi istruttori attraversando la palude di stage infiniti, master e corsi di specializzazione, rimanendo alla fine comunque disoccupati, quindi a zero reddito? E poi ricominciano con gli stage e continuano con altri corsi e poi, finalmente, coronano il sogno di una vita: l’essere assunti come volontari (di volontari ed “aiuto” qualificato, ma a costo zero, il mercato ha sempre bisogno)? Ad Alessia Morani sembrerà strano, ma in molti settori, soprattutto in ambito artistico, culturale e sociale, lavorare “non pagati” o ad intermittenza è la prassi. E si può essere, incredibile ma vero, qualificati e con ottima esperienza ma senza il becco di un quattrino in tasca. Tradotto in educato politichese: a reddito zero.

I fan di Verdone ricorderanno la sequenza di Un sacco bello quando l’impacciato Leo fa cadere in strada delle bottiglie d’olio e cerca in maniera improbabile di porre rimedio al danno, strofinando la scarpa sulla macchia: “buttace pure l’insaponata, cosi invece de 10 ce ne cascheno 50” gli dice sarcastico un residente. In questo caso dalla suola della scarpa alla saponata, il passo è stato fin troppo breve.