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Renzi incontra tutti, tranne operai Electrolux. A Treviso premier contestato

il presidente del Consiglio visita studenti, imprenditori, sindaci. Ma non la delegazione dello stabilimento di Porcia: "Lo faremo a Roma". Intanto rilancia: "Taglio al cuneo fiscale per 10 miliardi, Jobs act entro il 17 marzo"

La prima visita ufficiale, le prime contestazioni (dei forconi e di Forza Nuova), il primo incontro con i sindaci che sarà il filo rosso del mandato del nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi. All’indomani del voto di fiducia alla Camera il capo del governo, accompagnato dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e da quello del Lavoro Giuliano Poletti, inizia il suo giro d’Italia da Treviso – dalla scuola media simbolo dell’integrazione nel cuore del Veneto al presidente della Regione Luca Zaia – e diventa il pretesto per ricordare quei 3-4 punti su cui si focalizza l’azione dell’esecutivo nascente. La scuola, di nuovo: “Che bello incontrare gli studenti – scrive su Twitter – Sentivo la mancanza. Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi”. Il presidente del Consiglio ha ribadito poi la volontà di “una procedura d’urgenza” per “rammendare” le scuole durante la pausa estiva. “Vorrei tempi certi per accelerare le gare su questo non prendo impegni perché dobbiamo fare delle verifiche”.

“Jobs act pronto entro il 17 marzo”
E poi gli altri temi su cui ha fissato il programma di lavoro iniziale dell’esecutivo Lavoro: “Da qui al 17 marzo quando avremo il bilaterale con Angela Merkel andremo con le idee chiare sul piano del lavoro e con il jobs act sostanzialmente pronto” ha detto incontrando una settantina di sindaci del Veneto. Cuneo fiscale: “Lo riduciamo, è deciso – ha detto il ministro Poletti – Quanti soldi in più arriveranno ai lavoratori? Questo lo decide il ministro dell’Economia però avete sentito tutti la dichiarazione programmatica di Matteo Renzi. Noi abbiamo calcolato 10 miliardi come abbattimento del cuneo”. E Renzi poco dopo conferma: “Noi abbiamo annunciato l’intenzione di ridurre di almeno 10 miliardi il cuneo fiscale. Come lo riduci? E’ modulabile”.

Patto di stabilità interno: Renzi ha dato ragione alla rabbia dei sindaci che hanno soldi bloccati per interventi infrastrutturali, tanto da prendere appunti e da chiedere ad ogni sindaco il numero di abitanti e quanti soldi sono bloccati. Nella riunione i sindaci hanno elencato numerosi problemi dalla mancanza di personale all’impossibilità di investire nella scuola. Renzi ha anche annunciato l’intenzione di fare entro il 10 marzo “una sorta di censimento per una verifica puntuale” per capire quanto si può sforare per allargare le maglie del patto di stabilità ai Comuni. Dunque “rispetteremo i vincoli modificando il patto di stabilità interno”.

“Il federalismo fiscale? E’ stata una barzelletta”
Tra gli altri temi toccati a spot dal presidente del Consiglio anche i costi dell’amministrazione pubblica e il federalismo fiscale. “Per quanto riguarda le municipalizzate – dice – serve certezza delle regole e quindi noi abbiamo deciso che per tre anni non cambieranno anche se io sono dell’idea che le società municipalizzate vanno diminuite”. E poi, consapevole che parla a una platea di sindaci in piena zona Carroccio, aggiunge: “Sono un sostenitore indefesso dell’autonomia dei Comuni ma va detto che il federalismo fiscale è stato poco più che una barzelletta. Va fatto in modo serio e dobbiamo riuscire a superare la logica dello scontro ideologico per trovare la soluzione più corretta”.

Renzi incontra tutti. Tranne i sindacati della Electrolux
Renzi dopo la scuola Coletti (esempio di integrazione visto l’alto numero di figli di immigrati che frequentano l’istituto) e i sindaci veneti ha incontrato un gruppo di imprenditori: tra i presenti Mario Moretti Polegato, patron di Geox, Luciano Benetton, Giuseppe Delonghi, Paolo Fassa di Fassa Bortolo, Carlo Archiutti di Veneta Cucine, Nicola Tognana e Bruno Vianello della Texa. Nel pomeriggio è invece previsto il consiglio dei ministri per la possibile nomina di viceministri e sottosegretari. 

Il giallo è invece sul confronto con le rappresentanze sindacali e una delegazione di operai della Electrolux, nonostante la convocazione a Palazzo Rinaldi, sede del municipio di Treviso. La causa dell’annullamento, secondo quanto apprende l’agenzia LaPresse da fonti qualificate, sarebbe dovuta a motivi di sicurezza dopo che il presidente del Consiglio è stato contestato. “L’incontro con i rappresentanti di Electrolux – ha spiegato Renzi – sarà fatto a Roma con tutti gli stabilimenti, non solo quelli di qua. E’ una vertenza che sento particolarmente forte e che è sul tavolo delle priorità”. Ma la spiegazione non convince Sel: “Alla sua prima uscita pubblica il premier Matteo Renzi a Treviso ‘buca’ l’incontro con i sindacati sulla vertenza Electrolux – dichiara Ciccio Ferrara – Non è certo un buon modo per cominciare ad affrontare il tema delle crisi industriali, vera emergenza del Paese”. 

Contestazioni e lancio di arance di Forza Nuova, Lega e Forconi
Ma, oltre ad applausi e grida di incoraggiamento, è stata anche la prima giornata di contestazioni per Renzi. Un piccolo gruppo di esponenti di Forza nuova ha dato vita ad una manifestazione di protesta, sventolando bandiere italiane e esponendo uno striscione con lo slogan “Dopo Monti e Letta ecco Renzi la terza marionetta!”. I manifestanti hanno accolto Renzi con cori di protesta. Poi i leghisti: Renzi è stato accolto da fischi e al grido di “buffone” da un gruppo di manifestanti della Liga Veneta nel tragitto dal museo di Santa Caterina al Comune di Treviso. Ma soprattutto le proteste dei forconi che hanno accolto il presidente del Consiglio al Comune di Treviso. Da un gruppo eterogeneo di persone sono partite grida di “buffone buffone” e sono anche volate alcune arance che non hanno però raggiunto il premier. Dai dimostranti è partito lo slogan “assassino, assassino” mentre vengono esposti altri manifesti dello stesso tenore. I manifestanti chiedono inoltre a gran voce di poter votare per un referendum “che dia l’indipendenza al Veneto”. I manifestanti del movimento 9 dicembre hanno quindi cantato in coro l’inno di Mameli, dopo il quale hanno osservato un minuto di silenzio in memoria delle persone suicidatesi in questi mesi a causa della crisi economica. Poco fa hanno esposto un grande striscione che recita: “Renzi: è meglio un figlio ignorante che bugiardo e illegittimo”. I Forconi smentiscono di essere coinvolti: “Non siamo stati noi, ma semplici delinquenti. Se fosse così facile risolvere i problemi lo faremmo. Ma questi ultimi si affrontano con determinazione e con coraggio ma sempre con un confronto civile” afferma il leader Mariano Ferro. Il presidente del Consiglio la prende comunque con filosofia: “E’ normale, e noi non facciamo passerelle o tagli di nastri parliamo con il paese reale”. 

M5s presenta mozioni di sfiducia a Poletti e Guidi. Il Senato respinge calendarizzazione
Intanto in Parlamento il Movimento Cinque Stelle ha presentato le mozioni di sfiducia ai ministri del Lavoro Giuliano Poletti e dello Sviluppo Economico Federica Guidi chiedendone l’esame a breve da parte di Palazzo Madama. L’Aula ha respinto però l’inserimento delle mozioni nel calendario dei lavori.

Orlando incontra Gratteri
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando intanto ha incontrato in via Arenula il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, tra i papabili guardasigilli durante la scelta dei ministri da parte di Matteo Renzi. “Nel corso del lungo e cordiale colloquio – si legge in una nota del ministero – Orlando e Gratteri hanno discusso le tematiche relative alle priorità e agli obiettivi dell’azione di governo per quanto riguarda l’organizzazione della giustizia e la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse”. Orlando e Gratteri proseguiranno il confronto “per ulteriori approfondimenti su questi temi nell’ottica di una proficua collaborazione”.