Economia

Crisi, Letta: “Basta tagli e tasse, o Grillo al 51%. Nella Ue troppi ayatollah del rigore”

Il premier dichiara che "Berlusconi non è più un pericolo", perché dopo la scissione del nuovo centrodestra “c'è una chiara maggioranza” e ora “sono più forte”. E lancia un messaggio a Bruxelles: "Di troppo rigore Europa e imprese finiranno per morire"

“Se si continua con tasse e tagli Beppe Grillo avrà la maggioranza”. E’ intervenuto così da Berlino il presidente del consiglio Enrico Letta, riferendosi all’avanzata populista in Europa e al leader del Movimento 5 Stelle. “Berlusconi non è più un pericolo”, perché dopo la scissione del nuovo centrodestra “c’è una chiara maggioranza” e ora “sono più forte”, ha aggiunto. “Sono qui dopo sette mesi di grande instabilità, resisterò”.

Il premier, prima di parlare di politica interna, ha lanciato un messaggio chiaro a Bruxelles, attaccando la rigidità dell’Unione europea. “Sul fronte europeo”, ha detto intervenendo all’assemblea della Federcasse, “per alcuni ayatollah del rigore non è mai abbastanza, ma di troppo rigore finiranno per morire le nostre aziende”. E ha poi difeso la stabilità economica dell’Italia: “Noi abbiamo i conti in ordine. Nel 2014 per la prima volta deficit e debito saranno in discesa. Io devo sempre mediare sul fronte interno ed esterno per cercare di garantire la tenuta del bilancio. E mi trovo nel mezzo, servono spalle solide“.

Gli ha risposto dopo poche ore l’Unione Europea: “Bene le dismissioni annunciate dall’Italia”, ha detto il portavoce del commissario europeo Olli Rehn, Imon O’Connor parlando a Bruxelles, “che sono però misure una tantum: per utilizzare il bonus investimenti “resta l’esigenza di misure strutturali. Bene le dismissioni annunciate dall’Italia, che sono però misure una tantum: per utilizzare il bonus investimenti resta l’esigenza di misure strutturali”. 

Letta non risparmia qualche critica anche alla Bce: “Da sola non basta. Bisogna rafforzare la Banca europea investimenti: questa può favorire le imprese con la possibilità di lavorare insieme alle tre grosse casse deposito e prestito, italiana, francese e tedesca che possono essere strumenti di garanzia per le Piccole e medie imprese. Se non riusciamo a fare questa battaglia a livello europeo possiamo fare piccole battaglie nazionali ma è tutto più difficile”. Altro punto importante è il tasso sui bond: “Finché”, aggiunge Letta, “non arriveremo almeno a un tasso al 3% sui bond decennali, fino a che questo non diventa punto di riferimento del sistema, continueremo a vivere una situazione di vulnerabilità”.

Il Presidente del Consiglio cerca alleati dentro e fuori l’Italia. “Sul fronte interno troppi pensano che si possa fare deficit, noi siamo nel mezzo e non è semplice. Abbiamo bisogno di alleati dentro il nostro paese e in Europa, la stagione del rigore occorre lasciarla alle spalle, ma la crescita deve essere basata sulla solidità dei conti. Tutti vorrebbero più soldi e più crediti sulla legge di stabilità”, ma avverte “così si crea deficit e aumenta il debito. Bisogna lasciarsi dietro la stagione di rigore, ma una stagione di crescita si deve basare sui conti a posto. Per la prima volta l’Italia dopo molti anni nel prossimo anno avrà sia il debito che il deficit in discesa“.

Un’Europa stabile, secondo Letta, passa per un l’unione bancaria. “Si può realizzare”, dice, “senza bisogno di cambiamenti dei trattati, può e deve essere completata con strumenti esistenti: entro fine anno è un percorso da completare. Anche la crisi bancaria a Cipro non ha trovato risposte immediate europee e si è ribaltata sugli spread – ha spiegato Letta – non avere avuto strumenti per quella ci fa capire quanto è importante l’unione bancaria, perché essere poco reattivi alle crisi è una vulnerabilità che non ci possiamo permettere”.