Cronaca

Alberto Musy, morto il consigliere comunale di Torino vittima di un agguato

L'esponente dell'Udc era in coma da 19 mesi, dopo che un uomo con casco integrale gli aveva sparato diversi colpi di pistola sotto casa. A processo Francesco Furchì, suo alleato nelle ultime elezioni amministrative. Il legale della famiglia chiede che l'imputazione passi da tentato omicidio a omicidio volontario, possibile sospensione dell'udienza

Si è spento questa notte Alberto Musy, il consigliere comunale dell’Udc di Torino ferito gravemente in un agguato sotto casa il 21 marzo 2012. Musy, colpito da un uomo con un casco con diversi colpi di pistola nel cortile della sua abitazione nel centro di Torino, si trovava in coma da 19 mesi.

A processo per l’agguato c’è Francesco Furchì, arrestato a gennaio con l’accusa di avere agito con premeditazione per motivi abbietti e ragioni di rancore, che potrebbero essere stati causati dal mancato appoggio del consigliere comunale alle ambizioni di Furchì, come un tentativo di salvataggio di Arenaways ideato da Furchì. Nelle ultime elezioni comunali torinesi Furchì era candidato nella “lista Alleanza per la città Musy sindaco” che sosteneva la candidatura a primo cittadino dello stesso Musy. Furchì è atteso oggi in Tribunale a Torino alla ripresa del dibattimento. La procura ha aperto anche un fascicolo bis alla ricerca di eventuali complici nell’agguato.

L’udienza potrebbe però essere subito rinviata: l’avvocato della famiglia Musy Gianpaolo Zancan ha chiesto che l’accusa contro il presunto attentatore cambi da tentato omicidio a omicidio premeditato; dopo l’autopsia e dopo aver dimostrato il nesso causale tra l’agguato e la morte il collegio di giudici presieduto da Quinto Bosio potrebbe inviare gli atti al pm Roberto Furlan per l’apertura di un nuovo processo di fronte alla Corte d’assise. “In questo momento al lutto si addice il silenzio”, ha commentato l’avvocato.

Musy venne colpito la mattina del 21 marzo 2012. Uno uomo ripreso dalle telecamere, con un casco integrale bianco da motociclista sul capo e un soprabito scuro, si era presentato al portone della palazzina di via Barbaroux, nel cuore vecchio di Torino, dove abitava Musy con la moglie Angelica Corporandi d’Auvare e le quattro figlie. Lo sconosciuto si era appostato nel cortile: una volta rientrato dopo aver accompagnato le bambine a scuola, Musy era stato colpito alla nuca dopo un breve inseguimento.

Nella vita del consigliere comunale non c’era solo l’impegno politico. Avvocato e professore ordinario di Diritto privato comparato all’Università del Piemonte orientale, presso la facoltà di Economia di Novara, Musy ricopriva diversi incarichi societari di rilievo. Era il rappresentante degli azionisti nella Exor, la cassaforte finanziaria della famiglia Agnelli, e in passato era stato consigliere di società attive nel settore immobiliare e nelle costruzioni. Fino al settembre del 2009 era stato anche nel consiglio d’amministrazione della Hippogroup spa, azienda specializzata in scommesse ippiche.