Politica

Pdl, la differenza tra fedeltà al padrone e lealtà

Quanto sta succedendo in questi giorni in Italia è gravissimo e pericoloso, non sono certo io la sola a capirlo, anzi presumo con semplicità che tutti i cittadini ne siano coscienti e consapevoli; non voglio iniziare a commentare le scelte di un uomo ormai al tramonto e, forse, anche alla disperazione viste le ultime scelte ma credo sia opportuno fare qualche riferimento alle persone e ai parlamentari che da anni lo seguono con entusiasmo e coerenza.

In questi ultimi giorni, cioè dal momento in cui Silvio Berlusconi ha deciso da solo di fare dimettere i ministri del Popolo delle libertà/(forse) Forza Italia, la spaccatura sembrava avvenuta, il suo movimento monolitico e carismatico si stava avvitando su se stesso e probabilmente qualcosa dovrà ancora succedere, le contraddizioni tra coloro che sarebbero colombe e i cosiddetti falchi sono venute allo scoperto. Da una parte si è tentata un’azione di forza di chi vuole mettere il governo e il Paese con le spalle al muro con un ricatto e dall’altra chi, finalmente, con responsabilità ha detto basta, l’Italia ha bisogno di un governo e di stabilità.

Nel Pdl qualcosa di inaspettato si sta verificando e la confusione tra fedeltà e lealtà, forse, è conclusa. Pensiamoci bene, sinora i dirigenti ed i parlamentari del Pdl hanno avuto un comportamento di fedeltà con il proprio “padrone”, la fedeltà è certamente una virtù ed è un impegno morale con cui le persone si vincolano con obbligo ad un altro  gruppo (Pdl–Berlusconi) e si basa sulla fiducia, non ha quindi nessun limite, si ha fiducia e si segue il “padrone” in relazione a qualsiasi scelta lui compia.

Altra cosa, invece, è la lealtà. Un atto comportamento differente e in questi giorni Alfano, Giovanardi, Micchichè e gli altri hanno sciolto il “vincolo” di fedeltà per una scelta di Lealtà; lealtà a Berlusconi: non hanno tradito, sono stati leali e hanno esposto la loro posizione, coerentemente con le scelte fatte da quando è iniziato il governo delle larghe intese di Letta, leali con il governo in quanto come Ministri conoscono bene la situazione all’interno. La lealtà è un comportamento di carattere per cui una persona ha atteggiamenti di correttezza e sincerità in situazioni particolarmente difficili e complicate che necessitano di scelte. Le colombe sono leali con i valori che rappresentano, hanno scelto la coerenza alle loro scelte e idee e non hanno seguito la fedeltà a Silvio Berlusconi.

Il Paese ha necessità di persone serie e consapevoli dell’azione sino ad ora seguita dal governo, persone non più disponibili a seguire la rabbia e la delusione di un uomo che non accetta la sua condanna. Silvio Berlusconi ha sempre parlato di garantismo, e sono d’accordissimo con lui, ma lui e il suo partito hanno anche sempre cavalcato il tema della certezza della pena e ora, caro Presidente Silvio Berlusconi metta in pratica quanto ha sostenuto sino a ieri: sconti la sua pena e non metta il Paese in difficoltà per i suoi problemi personali che nulla hanno a che fare con i cittadini italiani. Sono felice della scelta delle “colombe” e credo realmente nel procedere fortemente verso una nuova legge elettorale e soprattutto sono contenta che grazie a questa scelta di lealtà al Paese si potranno portare a termine tutti i decreti emanati. Una nuova Italia sta nascendo…