Politica

Poesia e politica

La politica, come la poesia, è un’arte. La prima è l’arte di governare, la seconda è arte di fascinazione emotiva e sentimentale che si avvale di mezzi tecnici e creativi prodotti da un’intelligenza tendente a fotografare un momento o una scena talmente sprofondata nell’animo umano, che l’animo comune non riesce a vedere se non con un velo di prosaicismo oscurante. Il poeta è dunque, l’occhio. E per occhio si deve intendere la sua fortissima spiritualità e sensibilità che, unite ad una tecnica da lui stesso inventata, stravolgono con un’impressionante leggerezza, il linguaggio del pensiero. La poesia è un campo letterario che, a differenza della prosa, ha una maggiore brevità e favorisce un coinvolgimento emotivo più aderente sul foglio. Non a caso, qualunque pezzettino di carta è buono per scriverci un verso o una frase. Ma pur rispettando gli umori e i sentimenti di chi scrive, la vera poesia è soggetta ad un processo di selezione estremamente serio. Vengono scartati un ‘enorme quantità di versi proprio perchè l’occhio del poeta deve avere una tecnica espressiva formidabile che incastri perfettamente il significato nel significante, creando così un’originale struttura parlante. La vera poesia è un corpo fonico assolutamente armonico e indicativo.

Ora, ritornando alla politica, come il poeta, anche il politico deve essere l’occhio. Deve essere l’occhio per l’economia, per la morale, per la giustizia, per la democrazia. Egli deve sentire in modo speciale tutte queste cose. E per farlo, non basta solo saper parlare e avere qualche idea. No! Serve anche la tecnica! Come per la poesia, il politico deve avere una predisposizione. Deve eccellere in qualcosa. Deve avere una certa dose di creatività necessaria per affrontare i cambiamenti di situazioni precedenti. Altrimenti, perchè si dovrebbe fare tutto questo sforzo elettivo per eleggere qualcuno? Nella nostra situazione, chiunque potrebbe fungere da statista. Magari chiunque, purchè sia laureato (non sempre).

Ecco, è come se la laurea o una brillante capacità oratoria abilitasse qualcuno ad assumere una responsabilità notevole. No! Ci vuole passione, occhio e tecnica. E più capace è la tecnica, più potere ha il fascino emanato da un uomo o da una donna con qualcosa in più. Noi dobbiamo pretendere che i nostri governanti siano superiori alla media. Lo dobbiamo volere! Dobbiamo pretendere che la politica, come la poesia, sia soggetta ad una seria selezione. E benchè la poesia sia una nobilissima arte, la politica è assolutamente la prima forma espressiva di cui l’uomo abbia avuto bisogno. Il primo pensiero di un indigeno è stato un pensiero di relazione. E relazione vuol dire scambio, poichè l’uomo è un animale sociale. E in una società ci vuole un governo.

Ora, noi abbiamo la migliore forma di governo, ossia la democrazia. Dobbiamo farci governare da chiunque, o da professionisti veramente ben intenzionati nei riguardi di tutti e soprattutto con l’occhio per la Costituzione che i mediocri vogliono cambiare? La perfezione non esiste. Ma almeno diamo gli strumenti a chi si può avvicinare!

Roberto Calò

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