Cultura

La cultura della non violenza nell’arte

Tsr, teatro stabile di riconnessioneIl Teatro Sensibile di Riconnessione (Tsr) della Compagnia Ilaria Drago è un progetto di formazione per professionisti dello spettacolo dal vivo ed in generale artisti (scrittori, poeti, musicisti ecc…) che vuole dare loro voce. Esso si è avvalso del sistema di crowfunding Eppela per poter fare in modo che le possibilità economiche delle persone non costituissero un ostacolo alla partecipazione.

Se Simone Weil, filosofa cara agli ideatori del progetto, affermava “fate del pensiero un’azione”, io spero di fare del mio pensiero, tramutato in parole scritte, un incoraggiamento a mettere in atto le proprie potenzialità. Quale miglior azione del generare arte e cultura?

Si parla di violenza e ci si dimentica quanto sia importante parlare anche di non violenza e di cosa essa voglia significare. La cultura e l’arte possono essere la più alta forma di non violenza di cui disponiamo, ecco perché il Tsr di Ilaria Drago merita tutta l’attenzione che gli si può dare, in quanto cerca di sensibilizzare le persone ad un linguaggio non violento e a riconnetterle tra loro e la natura in cui vivono e di cui sono fatte.

Dalla presentazione del progetto leggo: “Ci piace immaginare un artista che inizi ad avere uno sguardo che unisca, crei, costruisca sé e la sua arte in modo più consapevole, piuttosto che dividere, competere, mostrarsi senza uno scopo che sia davvero parte di un tutto e non solo mostra del proprio egocentrismo. Un artista che abbia il coraggio di tacere quando non ha nulla da dire!”

Uno degli aspetti critici del nostro tempo è invece il parlare quando non si ha nulla da dire. In una società in cui stiamo perdendo parti sempre più consistenti della nostra intimità, tramite i mezzi che internet e la tecnologia ci hanno messo a disposizione, regalandola ad un pubblico, più o meno vasto, di amici, conoscenti e persone via via sempre più lontane dalla reale possibilità di sapere chi veramente noi siamo, tacere, quando non si ha nulla da dire, diventa quasi rivoluzionario. La possibilità e il diritto di esprimersi vanno a confondersi con la necessità di parlare senza contenuto pur di apparire inculcataci da decenni di pubblicità e cultura consumistica. Per apparire è spesso necessario dividere, competere, mostrarsi senza uno scopo diverso dal proprio egocentrismo dilagante.

Sono quel che appaio, ma siccome quel che appaio è solo come io dovrei o vorrei essere per far piacere agli altri, credendo che solo così possa essere accettato e amato, trascuro, in amore ed accettazione, le parti più vere di me. Come può importare a qualcuno quel che realmente sono se non importa a me per primo? L’arte e la cultura possono salvarci, rimangono il miglior strumento per conoscersi e realizzarsi perché ci portano dritti al cuore delle nostre mancanze: la consapevolezza.

Consapevolezza è il termine verso il quale tendere, l’obiettivo da raggiungere. Consapevolezza intesa come reale conoscenza di sé in grado di generare un accordo interno tra noi ed il nostro esperire.

Segue il saper ascoltare a cui il Tsr mostra di dare rilevanza. Se non avverto più come impellente la necessità di apparire, allora posso fare spazio a quello che l’altro ha da dire e ascoltarlo. L’ascolto attivo e partecipato, per cui è stata necessaria la creazione di una professione apposita, lo psicologo, viene compreso e diviene possibile per tutti. Ascoltare non è semplicemente sentire uditivamente le parole dell’altro, ma sentirle visceralmente, conservarle dentro, non allontanarcene subito come spesso avviene. Non sono le orecchie l’organo predisposto al vero ascolto, ma tutto il nostro corpo è l’organo dell’ascolto. Le orecchie sono come un ponte che può unire due sponde, ma se nessuno lo attraversa la possibilità di contatto va persa. Un ponte senza corpi che vi si muovano sopra è inutile, anche se collega due realtà diverse.

Il Tsr propone l’essere umano e l’artista come due entità non separate ed anche questo è un concetto che mi piace molto, allargando l’orizzonte penso a qualsiasi essere umano come ad un artista. C’è in ognuno una scintilla di un qualcosa di intimamente legato alla natura e all’universo ed è proprio l’essere in grado di ritrovarla che può accendere un fuoco che genera e crea. Questa è arte, questo è l’essere umano, se solo lo vuole.

Chiunque avesse voglia di conoscere maggiormente il progetto, dare una mano, partecipare e sostenerlo può scrivere a info@ilariadrago.it