Politica

Grillo su Rodotà: “Miracolato dalla Rete”. Poi attacca Bersani e Vendola

In un post intitolato "i maestrini dalla penna rossa" il leader dei 5 Stelle definisce il costituzionalista "ottuagenario sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi". Gli augura "di rifondare la sinistra". Il presidente di Sel diventa "supercazzolaro", l'ex segretario Pd "smacchiatore di Bettola". E il giurista: "Non faccio nessun commento"

Beppe Grillo non ci sta, anzi tracima. Il richiamo garbato in una intervista al Corriere della Sera di Stefano Rodotà, “dopo la sconfitta deve cambiare”, ha scatenato invece l’ira funesta del leader del Movimento 5 Stelle: “In prima fila persino, con mio sincero stupore, un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra”. Il comico genovese se la prende con colui che aveva candidato al Quirinale, ma anche tra gli altri l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, con il sindaco di Firenze Matteo Renzi e anche Walter Veltroni. Nel mirino anche Anna Finocchiaro, Nichi Vendola, Pippo Civati. Ecco il post intitolato: “I maestrini della penna rossa”

“Dopo le elezioni comunali parziali che storicamente, come qualsiasi asino sa, sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche, c’è un fiorire di maestrini dalla penna rossa. Sono usciti dalle cantine e dai freezer dopo vent’anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c’è differenza. In prima fila persino, con mio sincero stupore, un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra”. Il costituzionalista ed ex Garante della privacy nell’intervista aveva detto che sui risultati elettorali del M5S: “Hanno inciso sul voto i conflitti, le difficoltà e le polemiche di queste settimane”, ma aveva aggiunto anche “il Parlamento richiede competenza. So che stanno cercando di rimediare con bravi consulenti”.

Nel mirino anche il presidente della Puglia: “E’ tornato in grande spolvero il supercazzolaro che non sa nulla né di Ilva, né degli inceneritori concessi alla Marcecaglia, è come le vecchie di “Bocca di Rosa” ‘Si sa che la gente dà buoni consigli/ se non può più dare cattivo esempio'”. Una frustata anche per Bersani rimproverato proprio per aver neanche ipotizzato un appoggio al costituzionalista votato dagli elettori pentastellati: “C’è poi lo smacchiatore di Bettola in grande forma che spiega, con convinzione, che la colpa del governo delle Larghe Intese è del M5S quando il pdmenoelle ha fatto l’impossibile per fottere prima Marini e poi Prodi e non ha neppure preso in considerazione Rodotà. Belìn, questo ha perso più battaglie del general Cadorna a Caporetto (citazione del canzona “Porta Romana”, ndr) e ci viene venduto da Floris come Wellington (in realtà la battaglia fu vinta da Nelson, ndr) a Trafalgar”.

Grillo poi prende a prestito uno dei personaggi dell’opera di Edmondo De Amicis per bollare i politici che lo criticano: “I maestrini dalla penna rossa sono usciti dal libro Cuore, impersonano però Franti e non Garrone. Mentono agli elettori, fanno inciuci, usano la fionda contro i passerotti e poi nascondono la mano”. Ce ne è anche per il sindaco di Firenze: “Renzie, lo statista gonfiato, imperversa con le sue ricette e le critiche al M5S su tutti i canali televisivi preda di compiacenti cortigiane come la Gruber. Renzie non è più sindaco di Firenze da tempo, è diventato un venditore a tempo pieno di sé stesso. Vende in giro un sindaco mai usato, come nuovo” si legge nel post.

La furia verbale investe anche altri personaggi vecchi e nuovi della politica: “Persino Topo Gigio Veltroni è stato riesumato per discettare delle elezioni, forte della sua esperienza di averle perse tutte, ma proprio tutte. E poi c’è la claque, quella cattiva e quella buona, quella che attacca a testa bassa, la cui esponente è la Finocchiaro che vuole fuorilegge il M5S, accampata in Parlamento da 8 legislature, e quella buona, alla Pippo Civati, che non ha fatto i nomi dei 101 che hanno affossato Prodi, che vive in un partito che succhia da anni centinaia di milioni di finanziamenti pubblici, ma però è tanto buonino. Lo vorresti adottare o, in alternativa, lanciargli un bastone da riporto. Maestrini che vedono la pagliuzza negli occhi del M5S, pagliuzza che spesso non c’è neppure, e non hanno coscienza della trave su cui sono appoggiati”.

Il primo a rispondere all’invettiva è Civati: “C’è un clima da guerra fredda: si respira nelle dichiarazioni di un nervosissimo Grillo e dei suoi (che parlano di spie, nemmeno fossimo a Berlino Est) e nei ripetuti richiami all’ordine all’interno del Pd (e del Pd più elle, perché anche a destra volano gli stracci). Nessuno intende sabotare proprio nulla: nessun complotto, nessun retroscena. Solo l’attività di un parlamentare (anzi, di molti) che si confrontano sulle cose a cui tengono”. “Un dibattito che è naturale si apra su alcune questioni, tra persone che si sentono in sintonia, tra Pd, M5S e Sel. E che non pregiudica le magnifiche sorti e progressive del governo con il Pdl” scrive ancora il deputato che dialoga con gli scontenti del M5S e che rivendica questo ruolo: “La domanda che sorge spontanea è: che cosa siamo lì a fare?”. Perché, ad esempio, “se proponessimo insieme iniziative in campo ambientale, sui rifiuti, per dire, dovrebbe cadere il governo? E perché non dovremmo poter discutere di consumo di suolo e di innovazione tecnologica?”. Insomma, “l’unica ‘spia’ di questa storia è la manifestazione del disagio di molti per un Parlamento che non può essere perennemente sotto ricatto, in ragione di uno schema politico di emergenza. I parlamentari devono essere liberi di confrontarsi. Altrimenti meglio rimanere a casa. O tornarci presto”.

Stefano Rodotà contattato dall’Adnkronos non commenta: “Non ci penso proprio a parlare. Ho avuto una vita lunga e non ho mai risposto”. Sorpreso da queste parole? “Non faccio nessun commento”, ribadisce il giurista. Alla agenzia Ansa Rodotà dice: ”Capisco cosa mi vuole chiedere, ma non ho niente da dire. Non commento, non è nel mio stile”.

Sul blog si scatena il dibattito e molti criticano l’attacco a Rodotà. “Beppe basta con queste sparate, altrimenti da Movimento 5 Stelle ci trasformiamo in Movimento 4 Gatti… e dai… ” scrive Mario Rossi. Il post, infatti, ha scatenato un acceso dibattito sul blog: molti appoggiano Grillo, ma tanti criticano l’attacco a Rodotà. “Beppe datti una calmata. Prima la Gabanelli, ora Rodota’ – ma quanta gente decente vuoi allontanare dal M5*? dice Chris J, e anche “Beppe, lascia perdere, non e’ per te’, dimettiti, facci un favore, stai distruggendo quello che hai creato. Dopo questo post non vedo come persone per bene possano ancora darti retta” posta Marco Marcon, Perth. C’è anche chi profila un fallimento del movimento: “E dopo lo TsunamiTour inizia il’suicidiopoliticoTour’! Buona fortuna Beppe”, chi invoca una tregua: “Basta insultare persone perbene”, “sbagli” e chi dà l’ultimatum: “Beppe hai la mia stima, la mia gratitudine e il mio voto però ora hai rotto”. C’è infine, tra gli oltr mille commenti, anche chi fa ironia sugli eletti: “Di miracolati della Rete te ne intendi. Ne hai fatti eleggere ben 163”.