Cultura

Dario Argento, Dracula 3D e i soldi pubblici

Tratta da Bram Stoker, la storia di Dracula 3D, da oggi in sala, è stranota: la sensuale Lucy (Asia Argento) risveglia gli istinti vampireschi del conte (Thomas Kretschmann) e a farne le spese, tra gli altri, è la malcapitata Mina (Marta Gastini). La salvezza si chiama Van Helsing (Rutger Hauer), professione cacciatore di vampiri, mentre i nudi arrivano per gentile concessione di Asia e Miriam Giovanelli.

La Transilvania ricostruita nel borgo biellese di Riccetto, un treno di cartone strappato dai fondali espressionisti, l’amore smisurato per i B–movies e la gloriosa Hammer e l’odio, of course, per l’aglio e la luce del sole: di tutto e di più in Dracula 3D, “storia d’amore e morte lontana da Twilight” firmata dal maestro Dario Argento. Il regista scopre la stereoscopia, rincara la cifra horror tra smembramenti, sangue e mostri assortiti (pure una cavalletta gigante per strizzare l’occhio al mercato orientale) e se ne frega bellamente di dialoghi e verosimiglianza.

Involontarie, fioccano le risate: la migliore? L’avevano già scelta i critici stranieri all’anteprima al Festival di Cannes 2012. E’ all’inizio, grazie a cartello che ha dell’incredibile: Dracula 3D è film di interesse culturale. Non finisce qui, è stato realizzato con il contributo del Ministero dei Beni e Attività Culturali: 300 mila euro di soldi pubblici. Questa fa meno ridere. Decisamente.