Cultura

Sull’attenti, parla Il dittatore

Mi piacciono i film americani, soprattutto quelli fantasy come Il Signore degli Anelli e Schindler’s List”. Parola di Sua Eccellenza Ammiraglio Generale Sergente Aladeen, Capo supremo, Generale ognivittorioso, beneamato Oppressore e Oftalmologo in capo della Repubblica popolare di Wadiya: in breve, Il dittatore, nuova creatura cinematografica della coppia Sacha Baron Cohen e Larry Charles, già responsabile dei famigerati Borat e Brüno. Stavolta, riferimenti politici, trucco & parrucco guardano a Saddam Hussein e Gheddafi, compagni di strada e maestri di vita che l’Aladeen di Cohen troppo presto ha dovuto salutare: sul red carpet degli Oscar, aveva disperso le ceneri del compianto Kim Jong-il, ora gli dedica anche il film, ma il cordoglio si estende ad altri colleghi decaduti. Difficile resistergli, e la sua propensione alle maniere forti non spiega tutto: Aladeen rischia di far dimenticare Il grande dittatore, se non altro perché Chaplin interpretava un barbiere ebreo e nell’imprecisato Nord-Africa di Wadiya negazionismo e revisionismo vanno di moda. Lunga vita a questo dittatore, dunque, e lo dice anche il nostro botteghino colpito e affondato dalla siccità estiva: un milione e 800mila euro, buoni per mantenere la vetta degli incassi per il terzo weekend consecutivo, mentre nel resto del mondo The Dictator ha già superato quota 140 milioni di dollari. Potenza di Aladeen, attirato a New York su pressante invito Onu e costretto dagli intrighi di palazzo a sperimentare lavoro, amore e persino democrazia e diritti civili. 

Magnanimo Dittatore, qualcuno la indica come il vero padre del Bunga-Bunga.
Mi spiace doverlo ammettere: non sono io. Se per questo, nemmeno sono il padre del figlio di Megan Fox. E’ lei a sostenerlo, ma sarebbe il primo caso al mondo di concepimento anale. Non solo, se Megan è incinta di me, allora vale anche per Kylie Minogue, tutte le Pussycat Dolls e Arnold Schwarzenegger.

Bunga-Bunga  a parte, che cosa invidia di più a Berlusconi?
Era un grande: la gente lo critica, ma ha fatto così tanto per diffondere pace, amore ed herpes in tutto il mondo. Sono molto dispiaciuto che se ne sia dovuto andare. E’ stato un anno terribile per i dittatori miniaturizzati e arrapati: Berlusconi, Kim Jong-Il e Sarkozy, sono caduti tutti.

Non trova che “La Mecca del cinema” sia una definizione paradossale?
Assolutamente, Hollywood è il nido dove si schiudono le diaboliche uova dei serpenti sionisti. Ma sfortunatamente non ho alternative: per fare il mio film, ho dovuto collaborare.

Quali accuse muove all’Hollywood sionista?
Il modo in cui distorcono la realtà è quasi criminale: avete visto Titanic, quel film sulla nave affondata da Israele nel 1912? Hanno dato la colpa a un iceberg, ma sanno tutti che è stato un Goldberg!

Dunque, è da buttare?
E chi lo dice? Fatte salve queste doverose critiche, devo ammettere che Jack and Jill è un film fantastico. Ma lo sapete che è lo stesso attore (Adam Sandler, NdR) a interpretare i due personaggi!?

Appunto, Jack and Jill è semplicemente inguardabile. Almeno  tra i registi salva qualcuno?
Tra quelli contemporanei mi piaceva molto Mel Gibson, ma recentemente se n’è venuto fuori con dichiarazioni abbastanza offensive. Tipo che lavorerebbe con gli ebrei.

Veniamo alla sua “amata” America. 
L’America è una vera democrazia, ecco perché il sistema non funziona: tutti hanno diritto di voto, non importa quanto stupidi, criminali o femmine possano essere. Pazzesco! E che dire del processo democratico? Consuma un sacco di tempo e di energie: per prima cosa, i candidati devono fare campagna elettorale, poi confrontarsi e dibattere con gli avversari, quindi la gente deve votare, i voti devono essere conteggiati e solo alla fine il vincitore può essere annunciato.

Come porre rimedio?
Nella Repubblica di Wadiya io ho introdotto una forma di democrazia semplificata ed efficiente, che prevede solo l’ultimo stadio: la proclamazione del vincitore.