Giustizia & Impunità

Monza, sei indagati per finanziamento illecito a “Fare Metropoli” di Penati

C'è anche l'ex numero uno di Bpm, Massimo Ponzellin. Indagine verso la chiusura dopo le perquisizioni dell'estate: oltre 350 mila euro versati ma neppure un convegno. L'ex presidente della Provincia: "Contributi contabilizzati regolarmente"

L’estate scorsa,  tra i capitoli dell’inchiesta sul sistema Sesto San Giovanni – quello che vede  l’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati indagato per corruzione e concussione –  emerse anche un meccanismo di finanziamento all’associazione “Fare Metropoli“.  A otto mesi dalle perquisizioni, era l’11 agosto, al capitolo la Procura di Monza sembra una mettere un primo punto con sei indagati e poco più di 350 mila euro donati come riferisce il quotidiano “La Repubblica”. Il banchiere Massimo Ponzellini, ex numero di Bpm già indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere, avrebbe versato circa cinque mila euro, come quota associativa all’associazione.

Oltre Ponzellini ci sono Enrico Corali, presidente della Banca di Legnano. In questo caso, secondo i pm Franca Macchia e Walter Mapelli, nel giugno 2009, furono versati diecimila euro. Nel registro degli indagati ci sono anche i nomi di due imprenditori considerati vicini al centrosinistra pugliese e a Massimo D’Alema. Il primo è Enrico Intini, già indagato a Bari per turbativa d’asta nella sanità e legato a Gianpaolo Tarantini, il secondo è Roberto De Santis che condivideva con D’Alema la proprietà della barca “Ikrus”.

Intini e De Santis – insieme all’architetto Renato Sarno, considerato dai pm “il collettore di tangenti per Penati”,sono soci in MilanoPace, un’immobiliare molto attiva nella ex Stalingrado d’Italia, che ha versato 20mila euro a Fare Metropoli. Altri diecimila euro sono finiti nelle casse della fondazione provenienti da Servizi globali, altra realtà della galassia Intini. Gli altri indagati sono Piero Rossi e Carlo Sergio Parma; il primo è presidente di Fare Metropoli dal momento della sua fondazione. I soldi versati però non sarebbero mai stati spesi per attività associative o politiche, il dubbio è che quel denaro siano finiti in una provvista tangentizia. Ora dopo i primi accertamenti dell’estate scorsa i pm hanno tirato le fila di questi finanziamenti e si apprestano a chiudere le indagini. 

“Già durante il mio interrogatorio dell’8 ottobre scorso ho fornito ai pubblici ministeri tutti gli elementi utili a chiarire l’attività dell’associazione Fare metropoli, il cui contributo a sostegno delle iniziative politiche della campagna elettorale delle provinciali 2009 è a tutti noto ed è avvenuto regolarmente –  fa sapere Filippo Penati – . I contributi per le campagne elettorali a cui ho partecipato sono sempre stati ricevuti e contabilizzati regolarmente dai diversi comitati elettorali, mentre le spese relative sono state puntualmente documentate nei rendiconti depositati presso la Corte d’Appello così come prevede la legge”.