Cultura

Don Gallo uno e trino: tre libri in due settimane (ma anche a fin di bene)

Il prete genovese, protagonista di mille battaglie sociali, esce in quasi contemporanea con gli editori Chiarelettere, Aliberti e Dalai. Ogni volume ha un tema diverso e il ricavato andrà a finanziare la comunità di San Benedetto al Porto

Don Andrea Gallo uno e trino, almeno in libreria. Il prete genovese, 83 anni, in prima fila al G8 del 2001 e protagonista di mille battaglie a fianco dei movimenti sociali, esce in quasi contemporanea con tre nuovi titoli, pubblicati da altrettante case editrici. “Il Vangelo di un utopista”, per Aliberti, fuori dal 3 ottobre. “Se non ora, adesso”, per Chiarelettere, 14 ottobre. “Non uccidete il futuro dei giovani” (a cura di Pino Nicotri) per Dalai editore, in programma per la fine del mese, ma già arrivato in libreria in questi giorni. Con una copertina tutta rossa, l’autore raffigurato con il pugno alzato e lo slogan al passo coi tempi “se insistono a non volervi aprire, buttate giù la porta”.

Neppure i re dei bestseller si permettono il lusso di una simile operazione, soprattutto dopo altre tre uscite tra l’anno scorso e l’inizio di questo, compreso “Sono venuto per servire”, scritto con Loris Mazzetti, sempre per Aliberti. Elisa Rinaldi, l’assistente di don Andrea, spiega così la scelta eterodossa: “In questo momento terribile, credo che lui abbia tanto da dire. In più questi libri danno aiuto economico alla comunità”. La comunità è quella di San Benedetto al Porto, la creatura di don Gallo che si occupa di recuperare tossicodipendenti, di far uscire dal racket le prostitute del centro storico di Genova e di tante altre marginalità.

Ma non sono tre libri fotocopia. Ciascuno propone il don Gallo pensiero – da sempre fuori linea rispetto alle gerarchie ecclesiastiche – su temi diversi. In “Il Vangelo di un utopista” riporta il punto di vista, appunto, sul Vangelo e sulla sua “utopia realizzabile”. “Se non ora, adesso” affronta la questione del sesso, “che non deve essere un’arma del potere per sfruttare e discriminare, complici la Chiesa e questa politica, ma una spinta a essere se stessi e a stare bene con l’altro”, si legge nella presentazione del libro. “Non uccidete il futuro dei giovani” parla invece di lavoro ed economia, calati nella prospettiva delle nuove generazioni. Con esortazione finale: “Incazzatevi!”.