Cultura

Cronaca, diritto e fantascienza

Mentre in Inghilterra gruppi di ragazzi giovani, anche molto giovani, bambini, saccheggiano negozi e centri commerciali facendo incetta di telefoni cellulari, computer, smartphone e simili, probabile che anche sui muri di Londra, come in quelli delle città italiane, campeggi la gigantografia di Vincent Cassel che ti guarda con le mani in mano e le maniche della camicia tirate su, e per invogliarti a comprare (una macchina) dice: “il lusso è un diritto”.

(Mia moglie dice che Cassel fa sangue; a me in quella foto sembra che stia per prendermi a pugni se non gli do retta.)

Poi fai mente locale su chi è Cassel e cosa ha girato – o fai un giro di wikipedia – e ti ricordi che uno dei film con cui ha ottenuto la notorietà è “L’odio”, di Kassovitz. Ricordarti che quel film parla dei disordini nelle banlieue parigine, degli scontri tra i giovani e la polizia e dell’uccisione di un ragazzo da parte di un poliziotto, è un attimo.

E si crea in testa uno strano cortocircuito.

Poi pensi a un libro che hai appena letto, “Storia d’amore vera e supertriste” di Gary Shteyngart, un romanzo simil fantascientifico, proiettato in un futuro prossimo che in realtà sembra scartare di pochissimi anni dal presente, forse mesi, settimane: è la storia di Lenny Abramov, quarantenne ebreo americano, impiegato nel comparto vita eterna di una potentissima multinazionale  (si occupa, cioè, di vendere sistemi di proroghe di vita a tempo indeterminato a persone molto facoltose). Nel mondo in cui si muove la gente spende la quasi totalità del tempo e delle relazioni attraverso accessori tecnologici dotati di schermo,webcam e software sofisticati, dai quali non si separa mai. Gli Stati Uniti in cui vive sono in guerra con il Venezuela per il petrolio, sono sull’orlo del default e vengono presto smembrati e venduti a pezzi, parte ai cinesi, parte ai norvegesi, parte a alcuni fondi di investimento. New York diventa un’attrazione per turisti stranieri in cerca di emozioni forti e le immagini, le storie, i luoghi delle rivolte popolari soffocate nel sangue dal governo, vengono digeriti in tempo reale e riciclati come prodotto socio-culturale da vendere o esporre.

A questo punto il cortocircuito si chiude: Vincent Cassel è un diritto; gli Stati Uniti sono in vendita; le rivolte popolari vengono bene per farci i film; i libri di fantascienza sono dei documentari; il diritto è un lusso.

E adesso basta, devo chattare con l’i-phone.