Cultura

Dai Diari di Mussolini al duce di Arcore

“Alla Mondadori non hanno voluto pubblicare i Diari di Mussolini perchè sono tutti di sinistra, tranne Marina Berlusconi..”, così sibilò Marcello Dell’Utri nel corso della trasmissione La Zanzara in onda su Radio24. La rivelazione è di quelle che danno i brividi, i comunisti, gli odiati comunisti hanno ormai preso il controllo della casa editrice berlusconiana. Chi sono costoro? “Tutti, i redattori, il management, tutti tranne Marina Berlusconi, hanno avuto paura di pubblicare i diari del Duce.”

Il vecchio e pluricondannato Marcello non fa i nomi, ma almeno salva la figlia del capo Marina che, un giorno, potrebbe anche essere indicata dal padre alla successione, meglio non farsi troppi nemici, almeno all’interno della famiglia reale. Poco importa che i dirigenti della casa editrice abbiano sentito il bisogno di replicare: “L’unica ragione per la quale la Mondadori ha deciso di non pubblicare i Diari di Mussolini è che nessuna perizia ha mai certificato l’autenticità.

Chiunque altro si sarebbe andato a nascondere, non Dell’Utri che, ispiratore e imitatore del più modesto duce di Arcore, continua a ripetere la litania della Mondadori comunista, fedele alla linea che sono rossi tutti quelli che non obbediscono ai comandi degli intoccabili di rispetto. Di volta in volta sono così bolscevichi i giudici della corte costituzionale, i giornalisti che raccontano i fatti e le sentenze, gli scrittori che si ostinano a scrivere di mafia e mafiosi, gli storici che non vogliono riconoscere l’autenticità dei diari di Mussolini, completate pure lo scemenzario a vostro piacimento.

Quello che, invece, siamo in grado di rivelare in esclusiva per il Fatto è che la notizia dell’occupazione comunista della Mondadori ha quasi portato nella tomba il presidente del Consiglio. Il poveretto, infatti, aveva fatto di tutto e di più per sottrarla a De Benedetti, anzi era stato costretto a sacrificare l’amico Previti pur di “convincere” i giudici a confezionare una sentenza adatta ai suoi desideri.

Non contento, aveva fatto firmare al sedicente ministro Gasparri una legge per mettere in sicurezza le proprietà. Per completare l’opera si è anche autoconfezionato una sorta di condono che ha liberato la Mondadori da decine e decine di milioni di euro di pendenze fiscali arretrate.

E adesso arriva proprio l’amico Marcello con questa storia della Mondadori in mano ai rossi? Proprio lui con il quale ha condiviso ore meravigliose, per esempio quando si facevano folli corse in auto sotto il carcere nel quale era rinchiuso l’amico mafioso Mangano, per fargli sentire quanto gli volevano bene e quanto gli erano grati per la generosa resistenza alle domande dei magistrati.

Eppure non ci sembra giusto lasciar cadere così il talento di Dell’Utri, rinunciare alle fatiche di un uomo che ancora molto potrebbe dare alla conoscenza della storia patria. I Diari di Mussolini non sono stati ritenuti attendibili, ma perché non provare con altro materiale, magari simile, ma su argomenti che lo stesso autore potrebbe certificare senza ombra di dubbio o di smentita?

Perché non provare con i Diari di Vittorio Mangano, appunti per una ricostruzione dei rapporti tra mafia e politica? Oppure perché non dedicarsi alla pubblicazione del suo epistolario con l’amico Silvio? In entrambi i casi il materiale non dovrebbe certo mancare, tutta roba di prima mano che persino i dirigenti della Mondadori sarebbero costretti ad accettare. Non possiamo, tuttavia, escludere che la casa editrice di Segrate possa trovare qualche difficoltà a pubblicare I Diari di Marcello e di Vittorio, in questo caso si rivolga direttamente alla signora Marina, l’unica non comunista del gruppo editoriale, e poi ci faccia sapere “l’effetto che fa”…