Politica

La scuola nel gioco delle tre tavolette

“Non vogliono le riforme”. Così le Tv Mediaset continuano a presentarci l’insurrezione di studenti e docenti contro il pasticciaccio brutto chiamato “riforma Gelmini”, dal nome della ministra proponente: l’inespressiva Maria Stella bresciana che mantiene rapporti conflittuali con la sintassi e l’arte dell’argomentazione (sempre a rischio di esserne stritolata, come Laocoonte coi serpenti). Che fu notata e beneficiata di improbabili incarichi solo perché qualcuno ritenne sexy variare – una volta tanto – il menù, passando dal tipo lap-dance a quello ancillare, la servetta venuta giù dalla campagna coi capelli in crocchia e il vestitino da catechismo.

Ma più che la modestia tendente all’inesistenza del personaggio, chiamato a dare la faccia su una questione prioritaria quale l’educazione, ciò che atterrisce è il mastodontico caravanserraglio di depistaggi allestito alla bisogna. Tanto che il tavolo su cui si gioca la partita risulta trasformato in quello su cui imbroglioncelli di mezza tacca sfilavano un po’ di denaro, ai malcapitati finiti sotto le loro grinfie, con il gioco truffaldino delle “tre tavolette”. In cui quanto ci viene mostrato non è mai la verità.

È una battaglia per la meritocrazia applicata alla scuola”, ci viene detto. Intanto le borse di studio (strumento primario di valorizzazione del merito) per il 2011 vengono tagliate del 90 per cento (25 milioni di Euro, contro i 240 dell’anno precedente). Con la promessa del loro ulteriore dimezzamento l’anno successivo.

Un caso tra i mille del dilagare dell’uso politico della menzogna. Magari inventandosi schieramenti nemici inesistenti, al solo scopo di screditare quelli reali a proprio uso e consumo. Sempre per quanto riguarda le attuali rivolte universitarie, ci vorrebbero far credere che la protesta di studenti precarizzati già prima di entrare nel mondo del lavoro e ricercatori che campano con quattro soldi farebbe il gioco di quei baroni cattedratici che sono gli unici a non opporsi, perché non toccati nei loro interessi di casta. E le tavolette continuano a girare vorticosamente… Le manipolava da par suo il ministro Maurizio Sacconi, già craxiano e laico ma ora cristiano devoto, quando pontificava che ridurre le garanzie al lavoro esistente era necessario per creare nuova occupazione. Altro imbroglio: i lavoratori sono sui tetti e sulle gru, gli aspiranti tali continuano ad andare a spasso. Persino un impedito/infoiato come l’attuale titolare della Cultura Sandro Bondi, sorta di lunare Gollum sovrappeso, vorrebbe cimentarsi nel non nobile gioco della turlupinatura. Per cui tenta di giustificare con ragioni umanitarie le regalie a mezzo pubblico denaro fatte ai congiunti della matriarca di Novi Ligure con cui aspirerebbe a flirtare.

Le stesse ragioni umanitarie a presa per i fondelli messe in campo a proposito delle Ruby di Silvio Berlusconi o le stangone parmensi su cui si arrampicava il puffo Brunetta.

Insomma, lo fanno per il nostro bene. Un po’ come l’arraffa arraffa leghista chiamato “federalismo fiscale” o la sconfitta della malavita organizzata dello sceriffo Maroni, che tutte le volte cattura personalmente il penultimo latitante e te lo racconta allo stesso modo con cui reclamizzava i prodotti cosmetici della Avon.

Qualche volta – così, per cambiare – le tre tavolette vengono sostituite da un altro gioco: quello di far sparire qualcosa. Abrakadabra disse il premier alla spazzatura napoletana. Poi si è visto che l’incantesimo dura solo qualche giorno.

C’è da chiedersi la ragione di questo sistematico illusionismo di bassa lega. Forse perché questa classe politica ha una cultura da sagra di paese e ha modellato il proprio stile su quello dell’imbonitore di sciroppi miracolosi (il padre delle cosiddette tecniche di marketing promopubblicitario). Ma anche perché maldestramente americanizzata.

Almeno il George Bush jr. che ci ha raccontato la panzana delle armi di distruzione di massa mandando l’Occidente a ramengo in Iraq e Afghanistan, aveva dietro le teorie dello stracinico Leo Strauss, il filosofo tedesco spregiatore della democrazia, propugnatore delle sedicenti “nobili menzogne”: il popolo deve essere ingannato da governanti-filosofi custodi sacerdotali della Verità (e lo sventurato Bush jr. – un po’ “il Trota” di suo padre – gli ha dato retta pensando così di essere furbissimo). Invece qui da noi è tutto all’insegna dello strapaese. Ma uno strapaese che sta devastando il Paese con il sistematico esproprio di verità. Con questo farci vivere in un permanente teatrino dei burattini da quattro soldi.

Quasi è meglio il vecchio malvissuto di manzoniana memoria Emilio Fede quando in un soprassalto di sincerità, scagliandosi in diretta televisiva contro gli studenti in lotta, tradisce il suo vero pensiero (e quello del suo padrone): “menateli”.

PS. Il precedente post mi ha confermato che sottolineare la cafoneria della gens berlusconiana produce nella medesima effetti imbufalenti più della denuncia di illegalità e mascalzonate varie.