Cinema

Un Facebook chiamato capolavoro

(Oltre)Oceano d’applausi per The Social Network di David Fincher. Il film sul fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha debuttato in vetta al box office americano (incassando in 3 giorni 23 milioni di dollari a fronte dei 40 di budget) e ha messo d’accordo la critica yankee: sul sito di Metacritic – che raccoglie tutte le recensioni Usa sui film in uscita, attribuendo loro un indice di gradimento (da 0 a 100) – ha totalizzato la media-voto impressionante di 97 su 100, lusinghiero biglietto da visita ai prossimi Oscar.

Gli elogi si sprecano: Peter Travers su Rolling Stone scrive “di tenere d’occhio Garfield (il co-protagonista) perché è tremendamente bravo” e non ha dubbi: “The Social Network è il titolo dell’anno. Ma il trionfo di Fincher e Sorkin (lo sceneggiatore) si spinge più in là. Combinando il loro feroce sarcasmo a una tristezza piena di dolore finiscono per dare forma alla macabra ironia di un decennio“.

Entusiasta Ann Hornaday del Washington Post che lo paragona addirittura a “Quarto potere, nel regalarci un ritratto di un uomo che cambia un’epoca piegando una tecnologia emergente alla sua volontà“, mentre la Bibbia del cinema Variety scrive che “continua l’affascinante transizione di Fincher da straordinario filmaker di genere a indelebile cronista dei nostri tempi” e il Los Angeles Times distribuisce i meriti: “Intelligentemente scritto da Aaron Sorkin, paurosamente diretto da David Fincher e ancorato alla prova perfetta di Jesse Eisenberg, The Social Network è un racconto straordinariamente riuscito“. E sulla performance degli interpreti si sofferma anche il New York Times con Manohla Dargis: “Quando Mr. Eisenberg (l’attore che impersona Zuckerbergr) rende la faccia di Mark inespressiva, il personaggio sembra paurosamente svuotarsi: la sua è una prova sottilmente grande, sconvolgente“.

Fin qui le rose, ma per il film, che sarà al prossimo Festival di Roma (28 ottobre – 5 novembre) e dal 12 novembre nelle nostre sale, non mancano le spine.

Matt Cohler, uno dei primi dipendenti di Facebook, post visione lo ha definito una “favoletta da Hollywood”, sottolineando come il ritratto della compagnia e di Zuckerberg sia “semplicemente sbagliato”, mentre lo stesso Zuckerberg in una nota si è trincerato dietro “i registi stanno cercando di costruire una bella storiella, negli ultimi sei anni sono stato impegnato a codificare un sacco di materiale, rimanendo concentrato e lavorando molto duramente“.

Passo successivo, il fondatore ha realizzato un cortometraggio su Fb dal suo “punto di vista”, per poi passare all’attacco diversivo in formato beneficenza: poco prima dell’uscita del film nelle sale americane, ha donato ben 100 milioni di dollari alla scuola pubblica di Newark, un gesto plateale da alcuni letto come atto di “distrazione” nei confronti di The Social Network.

D’altronde, la locandina del film è sibillina: “Non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico”.