
Intervista all'87enne missionario comboniano: "Ormai l’Europa ha ben poco di cristiano. Siamo in un mondo pagano che va verso l’autodistruzione a causa dell’inverno nucleare o del surriscaldamento del pianeta"
“Questo è ormai un Natale pagano”. A dirlo è padre Alex Zanotelli, 87 anni missionario comboniano, attivista, pacifista che vive al quartiere “La Sanità” di Napoli in pochissimi metri quadrati dentro un campanile. Le sue parole – pronunciate per un’intervista esclusiva a IlFattoQuotidiano.it – arrivano pensando al riarmamento dei nostri Paesi, alla povertà che aumenta, […]
“Questo è ormai un Natale pagano”. A dirlo è padre Alex Zanotelli, 87 anni missionario comboniano, attivista, pacifista che vive al quartiere “La Sanità” di Napoli in pochissimi metri quadrati dentro un campanile. Le sue parole – pronunciate per un’intervista esclusiva a IlFattoQuotidiano.it – arrivano pensando al riarmamento dei nostri Paesi, alla povertà che aumenta, all’incoerenza della Chiesa e dei cristiani, all’inverno nucleare e al cambiamento climatico. Zanotelli non nasconde un sentimento: la preoccupazione. Non cela nemmeno quella che possiamo definire una forma di speranza: scendere in battaglia, in piazza, protestare. Lo rintracciamo tra un sit-in e l’altro a difesa dell’acqua pubblica in Campania: “Vogliono stravolgere l’azienda speciale Abc ed aprire di fatto le porte al mercato, con la trasformazione in spa, primo passo verso la privatizzazione”.
Padre Alex, quello del 2025 sarà un altro Natale in guerra con la prospettiva di un incremento della spesa militare in Europa e in Italia. Anche il Papa ha detto che non si prepara la pace con le armi ma nessuno sembra ascoltarlo.
Siamo in un’epoca storica in cui oltre alla possibilità di una guerra nucleare ogni Stato si comporta in piena libertà in barba a tutti, ad ogni richiamo, appello. La situazione sta precipitando: siamo al punto in Europa di avere un piano di 800 miliardi di euro per la difesa e gli armamenti nei prossimi anni. L’Italia ha chinato il capo alla premier Giorgia Meloni che punta ad arrivare al 5% del Pil da destinare alla cybersicurezza, alle infrastrutture strategiche, alla spesa militare. Ora mi chiedo: dove sono i cristiani? Ormai l’Europa ha ben poco di cristiano. Siamo in un mondo pagano che va verso l’autodistruzione a causa dell’inverno nucleare o del surriscaldamento del pianeta”.
Perdoni la domanda banale: cosa possiamo fare noi singoli individui?
Siamo giunti al momento in cui i movimenti per la pace devono avere il coraggio di pagare di persona. Nel messaggio di Gesù la pace è l’elemento al centro della Buona Novella. E’ necessario tornare alla disobbedienza civile. Le prime comunità cristiane hanno messo in crisi l’impero romano perché hanno scelto di seguire Gesù fino al martirio. Dobbiamo insistere affinché i pastori della Chiesa invitino tutti i cristiani a togliere i propri soldi da quelle banche che investono in armi. I Vescovi dovrebbero essere più categorici su questo tema. Di fronte al ministro della Difesa Guido Crosetto che parla del ritorno alla leva militare, dico ai giovani di andare nei loro Comuni a dichiarare fin d’ora che non ci stanno a questa imposizione. Se la Meloni vuole arrivare al 5% del Pil per il riarmo noi dobbiamo rispondere con l’obiezione fiscale.
Veniamo alla politica interna. In queste ore si parla della Legge di Bilancio ed è spuntato anche un bonus per le scuole paritarie che sembra accontentare le scuole cattoliche. Lei è soddisfatto della manovra?
Vivo a Napoli da oltre dieci anni, in uno dei quartieri più difficili della città. La gente al Sud sta soffrendo sul serio. I provvedimenti presi in questa manovra non fanno altro che aggravare la vita della gente comune non tanto di coloro che già vivono in povertà. Quanto alle paritarie va detto con franchezza che questo bonus altro non è che un modo, per il Governo di ultra destra, di ottenere il sostegno della Chiesa. I preti dovrebbero capire che questo è un tranello”.
Gli ultimi dati Istat ci dicono che la povertà assoluta è più diffusa nel Mezzogiorno. L’8,4% delle famiglie italiane vive questo dramma. Un quadro triste che va di pari passo con uno scenario in cui accresce la violenza nelle città. Cosa sta accadendo padre Alex?
Il Sud paga sempre più ma al Governo vogliono l’autonomia e pensano al ponte tra Calabria e Sicilia quando in realtà in Meridione servono ferrovie. E’ chiaro che quell’opera è un business, serve a far fare soldi a chi li ha. Il Governo ha dimenticato il ruolo delle mafie nel nostro Paese. Da anni frequento la Calabria, sono in contatto con diverse realtà di quella regione: la Ndrangheta ha le mani ovunque. A Milano un ristorante su cinque è loro. A questo va aggiunto che una delle maggiori entrate delle mafie resta lo spaccio di droga che assolda ragazzini. Nel nostro territorio, in questi mesi, abbiamo assistito alla morte di due 15enni per sparatorie. Ma dobbiamo fare un’analisi ulteriore: questi giovani che le ho citato frequentavano la scuola “Caracciolo” dove lo scorso anno ci sono stati il 73% di bocciati. Se questi sono i numeri cosa ci possiamo aspettare? Nelle nostre realtà servono nidi.
E questo nuovo Papa? Lei ha compreso la linea di Leone XIV?
E’ difficile decifrarlo. Penso che la cosa fondamentale sia quella che riesca a mantenere fede all’impegno preso scegliendo quel nome che richiama a Leone XIII che ha dato inizio alla dottrina sociale della Chiesa. Mi attendo che ci faccia dono di un’enciclica sull’Intelligenza artificiale. Ne abbiamo tremendamente bisogno. Basta leggere “Il capitalismo della sorveglianza” della professoressa Shoshana Zuboff per intuire quanto la Chiesa, in maniera indipendente, possa aiutarci a stare in questo mondo digitale.
Riuscirà Prevost a cambiare la Curia romana?
Ci ha provato anche Francesco ma non è riuscito. Quando penso alla riforma della Curia romana mi torna in mente l’arcivescovo Hélder Pessoa Câmara. Dopo il Concilio Vaticano II, una volta rientrato in diocesi in Brasile, scrisse una lettera a Paolo VI chiedendogli alcune azioni: uscire dal Vaticano per andare a vivere a San Giovanni in Laterano; abbandonare il titolo di Capo di Stato per tornare a essere soltanto vescovo di Roma e consegnare la Santa Sede all’Unesco. Il pontefice non gli rispose ma poche settimane più tardi ricevette una missiva in cui il cardinale Jean-Marie Villot, segretario di Stato, affermava: “Il Santo Padre ringrazia per la sua lettera, ma le ricorda che questi non sono più i tempi del Vangelo”.
Mi tolga una curiosità: dove vivrà lei Natale?
Beh, intanto anche quel giorno saremo in lotta a difesa dell’acqua pubblica ma la notte del 24 la celebrerò come ogni anno da quando sono a Napoli, alla stazione centrale tra gli ultimi, tra la gente.
Ha almeno un messaggio di speranza da darci?
Non dobbiamo più aspettarci che venga chissà chi a salvarci. La salvezza viene dal basso, mettendoci insieme, riempendo le piazze e mettendo in crisi i Governi. La gente deve cominciare a riflettere e dire no. E’ fondamentale legare fede e vita. Molti cristiani non lo fanno.
Difficile essere coerenti tra città illuminate a giorno per Natale e un consumismo che impera.
Questo è un Natale pagano. Lo dico da molti anni. Così come, fin da quando vivevo nella baraccopoli di Korogocho in Kenya, propongo che la Chiesa cattolica sospenda la festa del 25 dicembre per celebrare il Natale con le Chiese orientali a gennaio.