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“Israele vieta la messa di Natale a Betlemme al vicepresidente palestinese”. Pizzaballa: “Dopo due anni di buio abbiamo bisogno di luce”

Secondo l'agenzia Wafa le autorità israeliane hanno bloccato il convoglio di Hussein al-Sheikh. Intanto nella città sono tornati i festeggiamenti natalizi dopo due anni di stop

Il vicepresidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Hussein al-Sheikh, non potrà partecipare alla messa di mezzanotte della vigilia di Natale nella Chiesa della Natività a Betlemme. Secondo quanto riporta l’agenzia Wafa, infatti, le autorità israeliane hanno impedito la partecipazione al vicepresidente, bloccando “il suo convoglio” che stava entrando in città. Secondo l’agenzia, il presidente dell’Anm, Mahmoud Abbas, […]

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Il vicepresidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Hussein al-Sheikh, non potrà partecipare alla messa di mezzanotte della vigilia di Natale nella Chiesa della Natività a Betlemme. Secondo quanto riporta l’agenzia Wafa, infatti, le autorità israeliane hanno impedito la partecipazione al vicepresidente, bloccando “il suo convoglio” che stava entrando in città.

Secondo l’agenzia, il presidente dell’Anm, Mahmoud Abbas, aveva incaricato il suo vice di “rappresentarlo in questa occasione” e di “partecipare alla messa.

Intanto, riporta l’Associated Press, migliaia di persone si sono riversate in piazza della mangiatoia a Betlemme, pochi chilometri a sud di Gerusalemme, per celebrare la vigilia di Natale. La città ha ritrovato lo spirito natalizio dopo due anni di celebrazioni più morigerate a causa del conflitto in corso a Gaza: l’albero, assente negli ultimi anni, è tornato, così come famiglie musiche e decorazioni che affollano la città. A Betlemme è arrivato anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa, massimo esponente della Chiesa cattolica in Terra Santa, che ha dato il via alle celebrazioni natalizie durante la tradizionale processione da Gerusalemme a Betlemme, chiedendo “un Natale pieno di luce”. “Dopo due anni di buio, abbiamo bisogno di luce”, ha detto Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, mentre attraversava il muro di separazione che separa Gerusalemme da Betlemme. Il patriarca ha raccontato di aver celebrato una messa prenatalizia con la piccola comunità cristiana di Gaza domenica scorsa e di aver visto, tra la devastazione, anche un desiderio di vita e di ricostruzione. “Noi, tutti insieme, decidiamo di essere la luce, e la luce di Betlemme è la luce del mondo”, ha detto a migliaia di persone, cristiane e musulmane, radunate in piazza.

L’allegria natalizia, però, non fa dimenticare l’impatto dell’occupazione israeliana in Cisgiordania. A Betlemme, per esempio, l’80% residenti in città, a maggioranza musulmana, dipende dalle attività legate al turismo, sensibilmente diminuito negli ultimi anni. Per questo, anche se quest’anno si è visto un lento ritorno del turismo, con una manciata di stranieri tra la folla, i residenti sperano in un ritorno alla normalità il prima possibile. “Oggi è un giorno di gioia, un giorno di speranza, l’inizio del ritorno alla normalità qui”, ha detto Georgette Jackaman, residente di Betlemme, una guida turistica che non lavora da più di due anni. “La gente è disperata, ma dopo due anni, tutti vogliono festeggiare”. Lei e suo marito, Michael Jackaman, un’altra guida senza lavoro, provengono da famiglie cristiane di Betlemme, che risalgono a generazioni fa. Questa è la prima vera celebrazione natalizia per i loro due figli, di 2 anni e mezzo e 10 mesi. Il Natale e i pellegrini religiosi sono sempre stati un motore economico fondamentale per Betlemme. Durante la guerra di Gaza, il tasso di disoccupazione in città è balzato dal 14% al 65%, ha dichiarato il sindaco di Betlemme, Maher Nicola Canawati all’inizio di questo mese. “La gente ha ancora paura di venire a trovarci”, ha detto Georgette Jackaman. “Ma se la gente viene qui, possiamo respirare un po’ di mondo, anche se viviamo con delle restrizioni”.