Cronaca

Strage del Rapido 904, un altro boss indagato a Firenze. Alcuni atti dell’indagine accessibili su internet

Si tratta di Raffaele Stolder, vicino ai Giuliano, iscritto sin dal 2023. Lo riferisce il quotidiano La Nazione, spiegando anche di aver estratto dai motori di ricerca un documento Pdf con un resoconto delle attività investigative in corso fino al 13 dicembre 2023

Nel giorno del 41esimo anniversario della strage del rapido 904, 16 morti e 267 feriti per una bomba scoppiata in un treno partito da Napoli e diretto a Milano, da Firenze arriva la notizia di un nuovo indagato. È il boss di Napoli Raffaele Stolder, 67 anni, esponente di un clan di Camorra omonimo e […]

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Nel giorno del 41esimo anniversario della strage del rapido 904, 16 morti e 267 feriti per una bomba scoppiata in un treno partito da Napoli e diretto a Milano, da Firenze arriva la notizia di un nuovo indagato. È il boss di Napoli Raffaele Stolder, 67 anni, esponente di un clan di Camorra omonimo e all’epoca alleato coi Giuliano di Forcella. Nomi storici di una camorra che non esiste più, soppiantata da altre cosche e altre dinamiche. Erano gli anni ’80 e la sorella di Raffaele, Amalia Stolder, sposò Carmine ‘o Lione’ Giuliano, quello delle foto con Diego Armando Maradona. La procura di Firenze ha iscritto Raffaele Stolder nel registro degli indagati sin dal 2023. Lo rivela il quotidiano la Nazione, che riferisce che alla base di questa decisione c’è il verbale di un pentito, Maurizio Ferraiuolo, nipote di Stolder: disse ai magistrati di aver saputo che lo zio, attorno al 2007, aveva ricevuto la proposta di un patto da parte dei Servizi per tenere sotto controllo il territorio di sua competenza senza spargimenti di sangue. La stessa proposta l’avrebbe ricevuta anche Giuseppe Misso.

La Nazione spiega anche di essere riuscita a rintracciare sul web un documento interno della Dda della Procura di Firenze contenente dettagli sulle indagini relative alle stragi mafiose del 1993. Il file, in formato pdf e composto da una decina di pagine, è raggiungibile da Google. Compariva tra i primi risultati del motore di ricerca con determinate parole chiave. Si tratta, di una “direttiva generale per il coordinamento interno all’ufficio dei procedimenti in materia di stragi”, firmata dall’ex procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia, oggi in servizio a Eurojust dopo l’annullamento della sua nomina alla guida dell’ufficio fiorentino da parte del Consiglio di Stato. L’atto, datato 2023 e contrassegnato dalla sigla “Int.”, era indirizzato ai magistrati della Dda di Firenze e ai vertici dell’Antimafia italiana, tra cui il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.

Il documento – si legge nella ricostruzione del quotidiano toscano – costituisce un dettagliato resoconto delle attività investigative in corso fino al 13 dicembre 2023. In particolare, riassume lo stato dei fascicoli relativi alle principali stragi, dal Rapido 904 alle bombe del 1993, indicando il numero dei procedimenti, i magistrati assegnatari – alcuni dei quali sotto scorta – e i nomi degli indagati a quella data. Tra questi figurano esponenti di primo piano delle istituzioni e della magistratura, come l’ex generale dei carabinieri Mario Mori e l’ex pm Ilda Boccassini, oltre a nomi noti come Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi, indagato fino al momento della sua morte, e a diversi boss di Cosa nostra.

Oltre alla ricostruzione dello stato delle indagini, il testo contiene indicazioni operative e strategie investigative. Per quanto riguarda Rosa Belotti, sospettata di essere la cosiddetta ”biondina” che avrebbe parcheggiato l’autobomba in via Palestro a Milano, Spiezia scrive che “si è ritenuto di avanzare una richiesta di archiviazione”, pur lasciando aperta la possibilità di nuovi accertamenti previa riapertura del procedimento da parte del gip.

Nel fascicolo che riguarda Berlusconi e Dell’Utri, il documento suggerisce la predisposizione di “un indice per blocchi logico-tematici” al fine di arrivare a una “corretta assunzione delle necessarie determinazioni finali”, anche in vista dell’azione penale e di eventuali misure cautelari. Si apprende inoltre che nel 2023 è stato aperto un fascicolo modello 44 contro ignoti, originato dalla relazione della Commissione parlamentare antimafia. Per quanto concerne Paolo Bellini, successivamente archiviato nel filone stragi-Gioè, erano stati avviati ”nuovi accertamenti bancari anche con rogatoria internazionale”. Non è chiaro per quali ragioni un atto di natura interna e riservata sia finito a portata di click.

L’ex procuratore di Firenze Filippo Spiezia alla vigilia del Natale 2024 disse che nell’inchiesta sulla ‘strage di Natale‘ del Rapido 904 erano confluiti atti dei Servizi “declassificati” dall’Archivio storico centrale dello Stato a Roma e anche altri atti giudiziari da altre sedi giudiziarie. Da ottobre la procura fiorentina è guidata da Rosa Volpe, sarà lei a seguire l’evolversi del fascicolo, che non potrà non tenere conto di sentenze passate in giudicato. Tra cui la condanna per Pippo Calò, il cassiere della mafia (condannato all’ergastolo), e il tedesco Federico Schaudinn trafficante ed esperto di armi ed esplosivi (22 anni), mentre Misso, condannato in primo grado, fu poi definitivamente assolto nei successivi gradi di giudizio dalle accuse di strage e condannato per la sola detenzione di esplosivo. Molti anni dopo, nel 2011, il pm della Dda di Napoli Paolo Itri riaprì il caso indagando il boss di Cosa Nostra Totò Riina come mandante: fu assolto a Firenze in primo grado, poi la sua morte fece estinguere il processo d’appello dove la corte aveva deciso di far riaprire l’istruttoria. Il Rapido 904 fu imbottito di esplosivo durante la sosta alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze. In due borse furono rinchiuse una miscela di pentrite, tritolo, t4. La bomba radiocomandata fu fatta esplodere alle 19.08, mentre il treno attraversava la Grande Galleria dell’Appennino.