Scuola

Liceo di Vicenza cancella un dibattito sulla Palestina: gli studenti lo organizzano fuori da scuola

La preside ha cancellato l'incontro riferendosi alle direttive del ministero sulla pluralità di pensiero: “L'iniziativa potrà avvenire solo quando sarà possibile il confronto tra parti diverse”

Ancora censura sul dibattito nelle scuole sulla questione israelo-palestinese. L’ultimo episodio è avvenuto a Vicenza: gli studenti del liceo Fogazzaro avevano organizzato un’assemblea su alcune questioni estere, ma la preside ha cancellato il capitolo sulla Palestina perché, riferendosi alle direttive del ministero sulla pluralità di pensiero, “tale condizione non appare rispettata e pertanto l’iniziativa potrà […]

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Ancora censura sul dibattito nelle scuole sulla questione israelo-palestinese. L’ultimo episodio è avvenuto a Vicenza: gli studenti del liceo Fogazzaro avevano organizzato un’assemblea su alcune questioni estere, ma la preside ha cancellato il capitolo sulla Palestina perché, riferendosi alle direttive del ministero sulla pluralità di pensiero, “tale condizione non appare rispettata e pertanto l’iniziativa potrà avvenire solo quando sarà possibile il confronto tra parti diverse”. Tradotto: Palestina sì, ma solo se c’è il contraddittorio, altrimenti si parla d’altro. Pochi giorni prima un’esponente locale di Fratelli d’Italia, Giulia Gennaro, aveva contestato l’idea dei ragazzi perché “la scuola non deve diventare luogo di militanza politica”. Gli studenti, in risposta, hanno preparato una contro-assemblea fuori da scuola per martedì 23 dicembre.

Racconta la vicenda Asia Curró, studentessa del Fogazzaro, membro della Rete Studenti Medi di Vicenza. “Il programma era stato pensato dai rappresentanti d’istituto. Prima abbiamo letto i commenti della rappresentante di Fratelli d’Italia, poi si è diffusa la voce che l’assemblea non si sarebbe fatta; infine la circolare della preside, in cui leggiamo che quattro laboratori (due su Gaza e due sulla Cisgiordania) sono stati cancellati perché un direttivo regionale sostiene che quelle attività non sono consone. Non capiamo cosa ci sia di sbagliato nel voler parlare di un genocidio: la scuola deve insegnare anche a rendere partecipi a ciò che succede”.

Le indicazioni del ministero dell’Istruzione e del merito, pubblicate a novembre e dicembre, impongono il contraddittorio nelle manifestazioni scolastiche. Nel programma iniziale dell’assemblea c’erano delle ricerche sulla questione israelo-palestinese, alcuni documentari sul Medio Oriente e sull’occupazione della Palestina, la testimonianza di un attivista sulla Flotilla e un’intervista a chi ha vissuto nella Striscia di Gaza. Dopo l’appello di Gennaro e dopo l’intervento dell’ufficio scolastico regionale, la preside del liceo Maria Rosa Puleo ha annullato tutto. “Un grande disagio e un dispiacere – continua la giovane Asia – vediamo che gli adulti ci impediscono di imparare qualcosa. Sappiamo che alcuni professori avrebbero seguito i laboratori e che la preside non li ha cancellati volentieri, ma purtroppo la scuola non sembra un posto totalmente libero. Questo tema riguarda anche il nostro governo, che ha supportato Israele. Tuttavia, più ci tolgono la voce e più ci faremo sentire”.

Le reazioni politiche

“Non accettiamo questa censura, che limita il diritto degli studenti ad organizzare in libertà le loro assemblee – dice il nuovo consigliere regionale Carlo Cunegato di Alleanza Verdi Sinistra, insieme all’assessore alle Politiche giovanili di Vicenza Leonardo Nicolai e al consigliere comunale Mattia Pilan, di Coalizione Civica – condanniamo le ingerenze di Fratelli d’Italia, finalizzate a limitare la libertà delle persone”. L’europarlamentare di Avs Cristina Guarda ritiene “inaccettabile che la scuola venga piegata da un clima intimidatorio che soffoca il pensiero critico. L’obiettivo del governo è silenziare ogni dissenso, trasformando anche la scuola in un luogo di paura”.

Si mobilita la Rete degli Studenti Medi

“C’è stata un’esplicita censura da parte della politica ministeriale e territoriale, che usa una scusa per non parlare di temi scomodi al governo – dice Micol Papi, esponente della Rete – non può esistere contraddittorio con un genocidio. Il progetto prevedeva l’ascolto delle testimonianze di un attivista della Flotilla, di un giovane gazawi e di un volontario che avrebbe raccontato le iniziative di solidarietà. Ma se non vogliono farci parlare, noi troviamo il modo”. Insieme al sindacato, l’Intifada studentesca di Vicenza ha organizzato una contro-assemblea fuori dal Fogazzaro. Spiega Ines Saad: “È sia a scopo dimostrativo che informativo. Ci vogliamo opporre alla scelta di vietare certi laboratori sulla Palestina. Parleremo con un’attivista, uno skipper della Flotilla e terremo una conferenza stampa. Gli incontri sono stati annullati per delle indicazioni dall’alto: non ci permettono di parlare di argomenti che andrebbero trattati a scuola. Siamo molto arrabbiati, non tolleriamo la piega di questo governo, repressivo e autoritario”. E intanto in sala Europa a Vicenza martedì 23 arriva Dario Crippa, volontario sulla Flotilla, per un evento indipendente.