Lavoro

Woolrich vuole spostare 139 lavoratori a Torino, i sindacati: “Licenziamenti mascherati”

BasicNet, proprietario del marchio, parla di "sinergie intellettuali" con gli altri marchi del gruppo nel motivare lo spostamento dei dipendenti da Milano e Bologna. I sindacati sul piede di guerra

La decisione di spostare a Torino 139 lavoratori di Woolrich attualmente impiegati a Milano e Bologna è un “licenziamento collettivo mascherato”. È questa l’accusa dei sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil a BasicNet, proprietà del marchio e di Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga, Sebago e Briko. L’azienda ha motivato la decisione del maxi-trasferimento a Torino […]

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La decisione di spostare a Torino 139 lavoratori di Woolrich attualmente impiegati a Milano e Bologna è un “licenziamento collettivo mascherato”. È questa l’accusa dei sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil a BasicNet, proprietà del marchio e di Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga, Sebago e Briko.

L’azienda ha motivato la decisione del maxi-trasferimento a Torino con un calo del fatturato di Woolrich del 30% e al tavolo, hanno spiegato i sindacati, ha parlato della necessità di creare una “sinergia intellettuale” senza fornire ulteriori dettagli tecnici. Di fronte a tutto ciò, Filcams Fisascat e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione.

“Nessuna risposta concreta alle nostre domande, nessun elemento che giustifichi una scelta dall’impatto occupazionale devastante sui territori – affermano i rappresentanti dei lavoratori – Non si comprende come un trasferimento di massa possa invertire questa tendenza, se non in un modo: un ‘licenziamento collettivo mascherato’ che rischia di distruggere 139 famiglie”.

A giudizio delle tre sigle, inoltre appare “inaccettabile anche la posizione del ramo emiliano di Confindustria: nessun tentativo di portare l’azienda verso una posizione ragionevole – attaccano – ma solo una certificazione delle posizioni aziendali, in barba a protocolli regionali funzionali ad evitare crisi di tale portata”. Pertanto, le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’azienda di “ritirare immediatamente la procedura”.