Giustizia

Dalle escort portate a casa di Berlusconi alla droga: Gianpaolo Tarantini ha finito di scontare l’ultima condanna

Ha trascorso, complessivamente, 29 giorni in carcere, 11 mesi agli arresti domiciliari e poco più di cinque anni in affidamento in prova ai servizi sociali

Gianpaolo Tarantini domenica ha finito di scontare l’ultima condanna. Si chiude così per l’imprenditore barese oggi 50enne – divenuto noto tra il 2008 e il 2009 per aver portato escort alle cene nelle residenze private di Silvio Berlusconi (allora presidente del Consiglio) – la vicenda giudiziaria dopo oltre sedici anni e undici processi. Domenica è […]

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Gianpaolo Tarantini domenica ha finito di scontare l’ultima condanna. Si chiude così per l’imprenditore barese oggi 50enne – divenuto noto tra il 2008 e il 2009 per aver portato escort alle cene nelle residenze private di Silvio Berlusconi (allora presidente del Consiglio) – la vicenda giudiziaria dopo oltre sedici anni e undici processi. Domenica è stato il suo ultimo giorno di servizi sociali. Ha trascorso, complessivamente, 29 giorni in carcere, 11 mesi agli arresti domiciliari e poco più di cinque anni in affidamento in prova ai servizi sociali. In quest’ultimo caso si è occupato della distribuzione di pasti e abiti ai bisognosi, ha insegnato a un ex detenuto disabile il lavoro del commesso, ha fatto un percorso psicoterapeutico e ha lavorato.

Tra le condanne scontate, c’è quella a 2 anni e 10 mesi di reclusione per reclutamento e favoreggiamento della prostituzione. Il noto processo “escort” che ha acceso i riflettori, anche attraverso le testimonianze dirette delle donne che vi partecipavano, sulle serate hot a Palazzo Grazioli, Villa Certosa e Arcore. Lo scopo di Tarantini, secondo quanto ricostruito nel dibattimento, era quello di entrare nel “cerchio magico” di Berlusconi e ottenerne in cambio dei vantaggi. Un progetto di “frenetica ascesa sociale“, scrivono i giudici negli ultimi provvedimenti. In primo grado era stato condannato a 7 anni e dieci mesi, poi ridotti in appello. Le sue dichiarazioni hanno permesso ai pm baresi di aprire altri procedimenti a carico di politici, amministratori e imprenditori.

Negli undici processi che lo hanno visto protagonista è stato accusato di numerosi reati: dalla droga alla prostituzione, passando per corruzioni, turbative d’asta e bancarotta. Per quattro processi l’imprenditore barese ha incassato condanne, mentre gli altri si sono conclusi con assoluzioni, archiviazioni o prescrizione dei reati. Per una turbativa d’asta del settembre 2009 Tarantini è stato condannato a 1 anno e 4 mesi. Per detenzione e cessione di droga commessi nel 2008, è stato condannato alla pena di un anno e 8 mesi di reclusione. Per queste tre condanne, dopo il riconoscimento del vincolo della continuazione, ha scontato complessivamente 4 anni. Escluso dalla continuazione un patteggiamento per bancarotta fraudolenta a 3 anni e 3 mesi di reclusione.

Secondo i giudici “i reati di reclutamento e favoreggiamento della prostituzione e quelli di detenzione e cessione di droga erano strumentali al raggiungimento di benefici nel settore della pubblica amministrazione per ottenere appalti in favore delle società riconducibili a Tarantini, sicché anche la turbata libertà degli incanti, accertata fino a settembre 2009 rientrerebbe in tale ambizioso e lungimirante progetto congegnato da Tarantini in uno spazio temporale ravvicinato, tra il 2008 e il 2009″. Per questo, Tarantini ha ottenuto la continuazione per tre condanne, su istanza del difensore, l’avvocato Nicola Quaranta, che lo ha sempre assistito, dalla prima perquisizione nel maggio del 2009, nell’ambito di un procedimento per corruzione e turbativa d’asta che coinvolgeva medici e funzionari della Asl, fino all’incidente di esecuzione definito nel novembre 2025 dalla Corte d’Appello di Bari, con ieri – 21 dicembre – ultimo giorno di servizi sociali.